Page 117 - 101 storie di gatti
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                             SIMBI E LE SUE FIGLIE


                             PERSIANE





          Si chiamava Simbi perché era stata trovata al mare e la sua giovane salvatrice

          aveva appena finito di leggere Simbad, il marinaio. Un nome profetico, perché anche
          le sue vicende le portarono ricchezza e amore, anzi, meglio, una grande passione con
          il più bello e il più ricco dei gatti della zona, un gatto di rango, un persiano, proprio
          come il marinaio della storia. Vittoria aveva trovato la gattina tra le barche tirate in
          secca sulla spiaggia: piangeva e trascinava una zampina. L’aveva subito portata a
          casa dove suo padre, medico e molto amante degli animali, capì che la micia aveva
          un femore rotto. Fu necessaria una lunga operazione e l’apposizione di un chiodo

          nella gambetta affinché Simbi tornasse a camminare.
              Alla fine delle vacanze, la famiglia tornò da Formia nella casa di Salerno. Era
          una grande casa, piena di animali, oltre che di nonne e vecchie zie. Il padre e la
          madre mettevano in pratica un elementare concetto di solidarietà e accoglienza:
          chiunque, familiare o amico, avesse avuto bisogno di aiuto o si fosse trovato in
          difficoltà e in solitudine andava accolto; l’appartamento non era enorme ma

          pazienza, ci si poteva stringere, aprire la sera una brandina e aggiungere un posto a
          tavola o una ciotola in cucina. I coniugi pensavano che questo fosse il miglior
          insegnamento per i loro figli: crescendo sarebbero stati dei bravi cittadini e non si
          sarebbero sottratti alle loro responsabilità e al rispetto e all’aiuto verso il prossimo.
          Vivevano all’ultimo piano di un condominio di Salerno e al piano terra, invece,
          viveva un giovane architetto: brillante, molto elegante e educato, divideva la sua vita
          e la sua casa con un magnifico gatto persiano color crema, con gli occhi d’ambra, di

          nome Leonardo, per tutti Leo. Il gatto era affascinante, come il suo papà umano,
          aveva un portamento molto elegante e quando incontrava altri gatti faceva un po’ lo
          snob.
              E fu proprio in quella nuova casa che Simbi incontrò il suo sultano. L’architetto
          venne, infatti, invitato a cena e si presentò con il suo Leo: fu una bellissima serata
          nella quale tutti si accorsero del grande interesse di Leo per la giovane Simbi. Ma

          l’architetto mise subito in guardia la gattina: il giovane Leonardo era un donnaiolo
          proprio come lui e raccontò che durante la vacanza in Liguria il bel gatto biondo
          aveva avuto una love story con una gattina stradaiola bianca e nera, proprio come
          Simbi. Ma la gattina venuta dal mare era più furba della micia della Liguria e sapeva
          che in amore vince chi fugge: nei giorni successivi il bel Leo saliva sempre
          all’ultimo piano, ma lei non lo degnava di uno sguardo. Nel meridione, però, i
          palazzi sono come famiglie allargate e le porte restano spesso aperte: nelle calde

          giornate del mese di settembre ci fu un gran via vai di gatti per le scale e la costanza
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