Page 57 - Il mostro in tavola
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coltivazioni ha provocato la deforestazione, per un ammontare di 9 milioni di ettari.

           La  crisi  mondiale  ci  ha  poi  messo  di  fronte  a  una  grande  debolezza,  siamo  incalliti
        consumatori, ma non riusciamo a migliorare la nostra condizione. Più diventiamo poveri e
        meno siamo disposti a spendere per il cibo di qualità. Si sa che il junk food, ovvero il cibo
        spazzatura,  è  per  sua  natura  energivoro,  inquinante  e  divoratore  di  risorse,  ma  ne
        mangiamo sempre di più. Qualcuno l’ha definita «recessione alimentare». Secondo una
        ricerca del Kantar Worldpanel, pubblicata sul «Guardian», il prezzo del cibo in Inghilterra
        è cresciuto del 30% e i consumi di verdura e frutta sono crollati, vedendo un aumento dei
        consumi di alimenti surgelati o precotti di un buon 32%. In America la spesa per il cibo
        ammonta al 5% del reddito familiare, indicando una diminuzione dell’interesse verso il
        cibo  di  qualità.  In  Francia  e  in  Germania  stanno  registrando  un  maggiore  successo  i
        discount rispetto ai supermercati.

           In questo futuro incerto, il cibo di bassa qualità la fa da padrone, ma il consumo in

        aumento della domanda di cibo, non solo da parte dei paesi sviluppati, ci sta mettendo alle
        strette. Sono molti gli scenari possibili. Ma bisogna partire nuovamente da un presupposto
        differente,  non  ci  deve  più  spingere  il  solo  bisogno  di  soddisfare  la  fame,  bisogna
        attribuire un nuovo ruolo a ciò di cui ci cibiamo, bisognerà mettere il cibo al centro delle
        questioni  più  importanti  della  nostra  società  e  creare  uno  sviluppo  migliore  e  più
        sostenibile dove con il cibo si possa dare vita a un cambiamento della civiltà.
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