Page 387 - La cucina del riso
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Malta
DAllA CUCINA All’ARTE: UN SIMBOlO DI AMORE
Come sia giunto il riso a Malta, non si sa per certo. Si pensa, tuttavia,
che i primi a portare questo cereale sull’isola siano stati gli Arabi, che la
dominarono per due secoli, dall’870 al 1091. È certo, infatti, che essi ne
favorirono la coltivazione diffondendola in Egitto e sulla costa orientale
africana sino al Madagascar.
Il riso giunse in Marocco e dallo stretto di Gibilterra arrivò nella
penisola iberica, quindi in Sicilia, per poi diffondersi in tutto il bacino del
Mediterraneo.
Non c’è alcuna evidenza di coltivazioni del riso sull’isola, poiché
Malta è quasi totalmente sprovvista di acqua dolce, ma è probabile che
i maltesi abbiano iniziato a introdurre il riso, nella loro alimentazione,
prima degli italiani.
L’isola è stata soggetta a varie dominazioni: Fenici, Romani, Bizan-
tini, Normanni, Aragonesi si sono susseguiti fino al 1530, quando Carlo V
offrì l’isola ai Cavalieri di Malta che vi si stanziarono stabilmente fino al
1798, anno in cui l’isola fu conquistata da Napoleone sulla via per l’Egit-
to. Gli inglesi vi approdarono nel 1800, quando furono chiamati in soccor-
so dai maltesi che volevano essere liberati dalle truppe napoleoniche e vi
restarono sino al momento in cui Malta si proclamò repubblica, nel 1964.
La cucina maltese, insieme alla sua lingua e a molte delle sue tradi-
zioni, risente di questo miscuglio d’influenze, creando una sintesi in cui a
prevalere sono gli influssi arabi, italiani e inglesi.
L’influenza inglese sulla cucina del territorio è connessa con l’impor-
tazione dei prodotti, sia dalla Gran Bretagna sia dalle sue colonie. Dalla
tradizione inglese Malta ha ereditato dolci come il budino di riso, che
sprigiona un intenso profumo di noce moscata e cannella, e una predile-
zione per il curry. Il rice pudding è un dessert bollito o cotto al forno fatto
con riso, latte, spezie, aromi, uova, uvetta e cannella, che benché apparso
sulle tavole maltesi durante la dominazione britannica, rappresenta una
squisita sintesi fra il mondo arabo e quello anglosassone. Sembra, infatti,
che le versioni occidentali di questo dolce siano una derivazione di anti-
che ricette arabe.
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