Page 232 - La cucina del riso
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Umbria




                     Accanto  a  tante  raffinatezze,  vi  era  naturalmente  la  cucina  dei  più,
                 di chi viveva lontano dalle corti e si nutriva molto parcamente di ortag-
                 gi, di frittate, legumi, farro e orzo, alimenti che sono ancora presenti, con
                 una grande varietà di preparazioni, nell’arte culinaria umbra. Il ricettario
                 di Suor Maria Vittoria della Verde (1555-1622), tratto da un taccuino per
                 la cucina e i lavori di cucito, riproposto in un prezioso volume dal titolo
                 Gola e Preghiera nella clausura dell’ultimo ’500 (Ed. dell’Arquata, 1989),
                 comprende 170 ricette. È uno dei documenti storici relativi al Monastero di
                 S. tommaso in Perugia, anticamente parte integrante delle mura della città,
                 posto in un’insenatura tra il braccio di Borgo S. Antonio e quello di Porta
                 S. Angelo. La descrizione delle ricette è completa, e rappresenta una testi-
                 monianza certa della presenza del riso nelle preparazioni dell’epoca. A parte
                 la “torta de risata”, che è una complessa composizione di più elementi e il
                 “brodetto non comuno”, il riso compare quale ingrediente base combinato
                 con le mandorle, come l’amido, altro ingrediente che in una sola ricetta ha
                 il ruolo principale.
                     Viene da pensare che la scarsa presenza del riso sia da ricondursi al
                 fatto che questo cereale sia stato considerato alimento ausiliare in rapporto




 TorTa de risaTa     in mezzo al recipiente in modo che   poi in un piatto tondo metti un po’
                     non si attacchi: quando comincia ad   di acqua rosa, cioè per versarla sulla
                     essere cotto e fa dei grumi, mescola.   torta, e sopra metti anche cannella, e
                     Poi fa così: ungi la teglia sottilmente   moscardini sani conficcati. Quando
                     e per l’altezza di due dita e poi pren-  la  devi  mandar  fuori  [dal  monaste-
                     di della carta non scritta dalla parte   ro]  mettici  allora  lo  zucchero  fino
                     della torta e segna tutt’intorno con il   tritato che se ce lo mettessi subito si
                     coltello; metti la carta solo sul fondo   scioglierebbe.  dimenticavo:  quan-
                     e ungila in modo sottile e uniforme   do  la  torta  è  ancora  nella  pignatta,
                     e  sopra  metti  la  torta  che  sia  alta   pesta  i  moscardini  e  stempera  con
                     quanto un pollice per traverso e sia   acqua rosa e metti dentro. Quando
                     pareggiata  e  il  testo  sia  abbastanza   devi  cavarla,  che  è  cotta,  lasciala
                     caldo e, sotto il recipiente, la cinigia   raffreddare che è bene che si riposi
                     per cuocerla adagio. Quando è soda,   alquanto.
                     bagna  il  vassoio  con  acqua  rosa  e   da  Gola  e  Preghiera  nella  clausura
                     cavala  dal  recipiente  e  rivoltala  e   dell’ultimo ‘500





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