Page 14 - Primi poemetti
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L’anatre vanno per la notte nera».
III
E seguitava: «Io voglio accomodare,
se mi riesce, questi due radicchi,
ch’ho già intoccati, con altr’erbe amare.
E tu, mentr’io soffriggo uno o due spicchi
d’aglio trito, costì, su la brunice,
fa la polenta, buona anco pei ricchi,
quando s’ha un bocconcino che ci dice».
IL DESINARE
I
Ubbidì Rosa al subito comando.
Sotto il paiolo aggiunse legna, il sale
gettò nell’acqua che fremé ronzando.
Stacciò: lo staccio, come avesse l’ale,
frullò fra le sue mani; e la farina
gialla com’oro nevicava uguale.
Ne sparse un po’ nell’acqua, ove una fina
tela si stese. Il bollor ruppe fioco.
Ella ne sparse un’altra brancatina.
E poi spentala tutta a poco a poco,
mestò. Senza bisogno di garzone,
inginocchiata nel chiaror del fuoco,
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