Page 37 - Poemii italici
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spremea l’odore. E i petali di fuoco
                                già dei gerani trasparian dal boccio.

                                     E luccicava l’àlbatro e l’alloro...







                                                            IX


                                  E il pellegrino vide un uomo rosso

                             che arava. E miti vacche erano al giogo.



                              Ed un altr’uomo, che vestìa di fiamma,
                             spargeva il seme con man lenta e savia.

                                Ed un altr’uomo, che vestìa di grana,

                                 copriva il seme con la grave zappa.
                                       E l’aratore dalla fronte larga
                                 spargea sudore, e lietamente arava

                                   con un sorriso tra la fulva barba.

                                 La chioma bionda fluttuava all’aria.
                                  Specchiava il sole la pupilla chiara.



                                        E venner altri da vicini tetti

                                recando cibo, che vestìano anch’essi
                                    tuniche rosse. Avevano nei cesti
                                fave fumanti e pan raffermo e pesci

                               seccati al vento. All’ombra di due lecci

                                    sederon tutti, come dei, sereni.
                                    Erano a loro sassi erbosi i seggi,
                                 sassi le mense. E sparsi per i greppi

                              parlavan olio e grano, uve ed armenti.



                                    E già pasciuti, bevvero sul pane
                              acqua di pozzo. Non aveva altre acque

                                   l’isola dura, né, pur mo’ piantate,

                                davan le viti ciò che fa buon sangue.
                                    Né altro dava l’isola, che piante
                                 di pino e tasso buoni per le fiamme

                                 d’un grande rogo. Un’isola di capre

                                 era, silvestri. Qualche angusta valle


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