Page 156 - Poemi conviviali
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Intorno alla Dea Madre i suoi leoni
                                            giacean nel sonno. Gli ebbri Coribanti
                                            dormian con nell'orecchio ululi e tuoni.

                                            Rosso di sangue uno giaceva avanti
                                            la Dea. Dischiuso il tempio era di Giano.
                                            Esso attendeva, coi serrami infranti,

                                            l'aquile che predavano lontano.



                                                             II


                                            Roma dormiva, ebbra di sangue. I ludi
                                            eran finiti. In sogno le matrone
                                            ora vedean gladiatori ignudi.

                                            Ne' triclini ai dormenti le corone
                                            eran cadute, e s'imbevean le rose
                                            nel sangue che fluì dal mirmillone.

                                            Dormivan su le umane ossa già rose,
                                            le belve in fondo degli anfiteatri;
                                            e gli schiavi tornati erano cose.

                                            Dopo la breve libertà, negli atrï
                                            giacean gli ostiari alla catena, quali
                                            cani la cui leggera anima latri.

                                            Era la notte dopo i Saturnali;
                                            ed ogni schiavo dalla tarda sera
                                            dormiva, udendo ventilar grandi ali,




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