Page 26 - Il pozzo e il pendolo
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si spandeva per la cella! Un odore ogni momento più
cupo si sprigionava dagli occhi fissi sulla mia agonia!
Un rosso più intenso coloriva gli orrori dipinti col san-
gue! Ansimavo! Cercavo il fiato! Non ci poteva esser
più dubbio sul progetto dei miei carnefici; oh! i più ine-
sorabili, i più demoniaci degli uomini! Mi ritirai dal me-
tallo ardente verso il centro della cella. Al pensiero del-
l’ardente distruzione che mi aspettava, l’idea della fre-
schezza del pozzo mi penetrò nell’anima come un balsa-
mo. Mi precipitai verso il suo orlo mortale, aguzzando
lo sguardo al fondo. La luce della volta infiammata illu-
minava le sue più segrete cavità. Tuttavia, per un istante
di smarrimento, la mente rifiutò di comprendere il signi-
ficato di quello che vedevo. Ma poi, a viva forza entrò
nell’anima, e si stampò a caratteri di fuoco sulla mia ra-
gione che rabbrividiva. Oh, datemi voce, voce per parla-
re! Oh! orrore; qualunque orrore piuttosto di quello!
Con un urlo balzai lontano dall’orlo del pozzo, e na-
scondendomi la faccia fra le mani, piansi amaramente.
Il calore cresceva, rapidamente; una volta di più guar-
dai verso l’alto, rabbrividendo come in un accesso di
febbre. Un secondo cambiamento era avvenuto. nella
cella; questa volta evidentemente nella forma. Come
prima, invano da principio mi sforzai di capire di che si
trattava. Ma non fui lasciato a lungo nel dubbio. La ven-
detta dell’Inquisizione era stata affrettata dal mio stesso
evitarla; non mi era ormai più dato di scherzare col re
dei terrori. Prima, la stanza era quadrata. Ora vedevo
che aveva due angoli acuti e, di conseguenza, due ottusi.
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