Page 14 - Il gatto nero
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Il lettore ricorderà che quella macchia, quantunque
Il lettore ricorderà che quella macchia, quantunque
grande, sul principio era stata molto indefinita; ma, a
grande, sul principio era stata molto indefinita; ma, a
gradi molto lenti, a gradi quasi impercettibili tanto che
gradi molto lenti, a gradi quasi impercettibili tanto che
la mia ragione per un bel pezzo si sforzò di considerare
la mia ragione per un bel pezzo si sforzò di considerare
la cosa come immaginaria, la macchia aveva preso una
la cosa come immaginaria, la macchia aveva preso una
nettezza rigorosa di contorni. Ora rappresentava un og-
nettezza rigorosa di contorni. Ora rappresentava un og-
getto che rabbrividisco a nominare; ed era soprattutto
getto che rabbrividisco a nominare; ed era soprattutto
per questo che odiavo e temevo quel mostro, del quale
per questo che odiavo e temevo quel mostro, del quale
mi sarei liberato se avessi osato: rappresentava una cosa
mi sarei liberato se avessi osato: rappresentava una cosa
orribile, sinistra, il patibolo! Oh! lugubre e terribile ar-
orribile, sinistra, il patibolo! Oh! lugubre e terribile ar-
nese, arnese d’orrore e di delitto, di agonia, e di morte!
nese, arnese d’orrore e di delitto, di agonia, e di morte!
E ora, ero veramente infelice al di là di ogni possibile
E ora, ero veramente infelice al di là di ogni possibile
miseria umana.
miseria umana.
Una bestia bruta, di cui avevo ucciso con disprezzo il
Una bestia bruta, di cui avevo ucciso con disprezzo il
simile, doveva essere cagione a me, uomo fatto a imma-
simile, doveva essere cagione a me, uomo fatto a imma-
gine dell’altissimo Iddio, di tanta disperazione? Ahimè!
gine dell’altissimo Iddio, di tanta disperazione? Ahimè!
notte e giorno non conoscevo più la benedizione del ri-
notte e giorno non conoscevo più la benedizione del ri-
poso!
poso!
Di giorno la bestia non mi lasciava un momento; la not-
Di giorno la bestia non mi lasciava un momento; la not-
te, mi scuotevo di ora in ora da sogni pieni d’indicibile
te, mi scuotevo di ora in ora da sogni pieni d’indicibile
angoscia, per sentirmi sul viso il fiato caldo di quella
angoscia, per sentirmi sul viso il fiato caldo di quella
cosa, e il suo gran corpo – incarnazione d’un incubo che
cosa, e il suo gran corpo – incarnazione d’un incubo che
ero impotente a scuotere – gravare in eterno sul mio
ero impotente a scuotere – gravare in eterno sul mio
cuore.
cuore.
Sotto il peso di tali tormenti, quel poco di buono ch’era
Sotto il peso di tali tormenti, quel poco di buono ch’era
rimasto in me soccombette.
rimasto in me soccombette.
I pensieri malvagi erano i miei soli compagni, i più cupi
I pensieri malvagi erano i miei soli compagni, i più cupi
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