Page 99 - Odi e Inni
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Tu non sapevi... ed or taci.
                         Oh! tu non fosti già tu!

                         Prendi, uccisore, i tre baci,
                         e non uccidere più!

                         Vergini, è il bruto ch’è morto!
                         E dalla fossa del bruto,
                         con un supremo saluto,

                         l’uomo è risorto!








                                                 L’ANTICA MADRE



                        INNO DEGLI STUDENTI CALABRO-SICULI DI MESSINA




                                                            I



                         Roma, o fratelli, non era.

                         Era un’ondosa vallea.
                         Solo una lupa errabonda
                         latrava dall’arce Tarpea:

                         l’ombra vagava su l’onda,
                         d’un’aquila nera.



                         Nelle future tre Rome
                         rauco tuffavasi il laro.

                         Qui su l’ondivaga prora,
                         tra il murmure cupo del Faro,

                         volto il pilota all’aurora,
                         diceva il tuo nome...



                         Italia, il tuo nome, ch’è grido
                         di nembo che scuote le cime!

                         che vola e s’immilla!
                         Italia, tu eri in quel lido,
                         guardata, com’atrio sublime,

                         dai cani di Scilla.







                                                                                                               97
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