Page 100 - Odi e Inni
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II
Scesi da un ispido monte,
prima ch’, o Romolo, arassi,
sacri ad un fato novello
movevano immemori i passi,
dietro un lor fulvo vitello,
stellato la fronte:
messe mietuta dal vento,
vite lasciate alla vita,
giovani e vergini caste
movevano ad altra fiorita,
sollecitando con l’aste
l’attonito armento.
E giunsero al mare; e per loro
streperono l’onde interrotte
da un nero colosso.
Dormiva nell’ombra il Peloro;
ma l’Etna solcava la notte
d’un vortice rosso.
III
Gl’Itali stettero, e i bovi
sparsero ai piedi del monte.
Stettero i grandi armentari
con l’isola grande di fronte,
con i profondi due mari,
coi secoli novi.
Videro là, nelle arene
della costiera protesa,
l’orme d’ignoti giganti
che stavano, anch’essi, in attesa:
ed ascoltarono i canti
d’ignote Sirene...
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