Page 78 - Odi e Inni
P. 78

oh! mille e mille e mille occhi, nel raggio
                         che ardeva a lui sul capo; ed in un punto,

                         a quelli occhi che vide in un miraggio



                         subito, immenso, annunzïò: Son giunto!






                                                           III


                         Allor, sott’esso, grave sonò l’inno
                         degl’iperborei sacri cigni: un lento
                         interrotto, d’ignote arpe tintinno;



                         un rintocco lontano, ermo tra il vento,

                         di campane, un serrarsi arduo di porte
                         grandi, con chiaro clangere d’argento.



                         Né mai quel canto risonò più forte
                         e più soave. Dissero che intorno

                         sola, pura, infinita era la morte.


                         E venne, all’uomo alato, odio del giorno

                         che sorge e cade, venne odio del vano
                         andare ch’ama il garrulo ritorno.



                         Egli era in alto, al colmo: era l’umano
                         fato a’ suoi piedi. Andrée si sentì solo,

                         si sentì grande, si sentì sovrano,



                         Dio! Già moriva l’inno dello stuolo
                         sacro in un canto tremulo di tromba.
                         Poi fu silenzio. L’astro ardea sul polo,



                         come solinga lampada di tomba.

















        76
   73   74   75   76   77   78   79   80   81   82   83