Page 669 - Jane Eyre
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— Che il diavolo se lo porti! — disse a bassa voce, e
poi aggiunse voltandosi a me: — Lo amate, Jane?
— Sì, signor Rochester, ma me lo avete già domanda-
to.
Vidi quel che provava; la gelosia si era impossessata
di lui e lo torturava; ma quella tortura era salutare, per-
ché lo strappava alla sua dolorosa tristezza.
Così non volli allontanare subito, incantare il serpen-
te.
— Forse non desiderate rimaner più sulle mie ginoc-
chia, signorina Eyre?
— Perché no, signor Rochester?
— Secondo il ritratto che mi avete fatto, il contrasto
deve parervi troppo grande. Mi avete dipinto un grazio-
so Apollo; egli è presente alla vostra immaginazione,
alto, con gli occhi azzurri e il profilo greco. Il vostro
sguardo si posa sopra un Vulcano, con le spalle larghe,
cieco e storpio per di più.
— Non ci avevo mai pensato, signore; ma infatti so-
migliate a Vulcano.
— Ebbene, potete andarvene, signora, — e mi teneva
più stretta di prima, — ma avanti abbiate la compiacen-
za di rispondere a un paio di domande.
— Quali, signor Rochester?
Allora incominciò un severo esame.
— Saint-John, — disse, — vi aveva fatto ottenere
quel posto di maestra, prima di sapere che eravate sua
cugina?
— Sì.
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