Page 93 - Oriana Fallaci - La vita è una guerra ripetuta ogni giorno
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«L’eroe che si batte da solo per la libertà e la verità, senza arrendersi mai e per
questo muore ucciso da tutti: dai padroni e dai servi, dai violenti e dagli
indifferenti.»
Alessandro Panagulis è stato assassinato perché cercava la verità e l’aveva trovata.
Questa verità stava nei documenti di cui egli era entrato in possesso. Documenti che
dimostrano in maniera inequivocabile le responsabilità non solo del passato regime
fascista ma anche di una certa classe politica che ancora oggi è così forte in Grecia.
Alessandro Panagulis sapeva troppo, e più di quanto certe forze politiche
potessero sopportare. Per questo era stato minacciato più volte e anche
recentemente. Ma ogni volta aveva continuato a dimostrare di non essere un uomo
che si potesse in alcun modo intimidire o fermare. La sua vita era una lotta continua:
nella Grecia di oggi egli si comportava con lo stesso coraggio, la stessa generosità,
la stessa chiarezza di idee, la stessa coerenza che aveva dimostrato durante il regime
dei colonnelli: il suo arresto, le sue torture, le sue condanne a morte. Affrontava
pericoli quotidiani meno visibili di allora, forse, ma proprio per questo più
insidiosi.
Il suo sogno era quello di giungere a una moralizzazione della vita politica.
Anche con l’Unione di centro i suoi contrasti erano divenuti così insormontabili da
indurlo a uscire dal partito (nelle cui file era stato eletto) con una decisione dura e
irrevocabile. E aveva accettato di restare in Parlamento come deputato indipendente
di sinistra. Per questo era solo, non protetto da quelle minacce e da quelle insidie,
armato esclusivamente dal suo coraggio leggendario.
Alessandro Panagulis è morto per la libertà e la dignità di tutti: compresi i
vigliacchi, gli ipocriti, e coloro che in un modo o nell’altro cercheranno di sfruttare
la sua morte. Oppure di definirla un «incidente automobilistico».
Non ho altro da aggiungere. 19