Page 8 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Non credo ai miti
Ho incominciato molto tardi a capire quello che contavo, che rappresentavo per tante
persone. E ancora oggi non l’ho capito molto bene. […] Io non sono la Giovanna
d’Arco o l’Achille che alcuni, addirittura, vedono in me. Sono soltanto una persona
che ha il coraggio di dire quello che pensa, di fare quello che crede debba essere
fatto, di vivere come vuole vivere: senza paura. O meglio, tentando di non cedere
alla paura. Sono anche una persona molto seria, molto disciplinata e… molto dura.
(Quella autodisciplina mi ha reso dura, insieme alle sofferenze e ai dolori troppo
grossi.) Ma niente di più. E non voglio che mi siano attribuite responsabilità che non
ho: non voglio essere vista come una specie di guerriera o di santa. E soprattutto,
soprattutto, non voglio essere fraintesa. Cosa che invece avviene, continuamente. Il
mio culto della libertà è stato ed è frainteso (visto che per libertà non intendo caos e
licenza e non mi stanco di ripetere con Alekos che la libertà è un dovere prima che
un diritto). Il mio «anarchismo» è stato frainteso, visto che con Anarchia intendo
qualcosa di sacro, di superiore, un utopistico stato in cui il cittadino si governa da sé
senza offendere gli altri, senza uccidere, senza rubare […]. La mia indipendenza è
stata fraintesa, visto che non s’è capito come e perché io la esercito in modo non
fazioso e cioè denunciando il luridume della destra e della sinistra […]. Ritengo
d’essere amata senza essere capita. E non capisco quella eccitazione che v’è intorno
a me. E rifiuto il divismo che a poco a poco s’è andato creando intorno a me. Tanto
più che sono una persona molto schiva, molto ritrosa, ossessionata dalla privacy e
sostanzialmente asociale. E non credo ai miti, meno che tutti, al mio. 1