Page 34 - Le canzoni di Re Enzio
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E se levava l’elmo e lo collare;
e per le spalle a mo’ de l’onde
scorrèn le longhe ciocche blonde...
II. SAN GIOVANNI
Col manipello delle spighe in capo
torna la schiava. Tra i capelli neri
ha paglie e reste e foglie di rosette
che paion ali rosse di farfalle.
«Va’, Flor d’uliva, va’ con le mie figlie,
monta sul pero, monta sul ciriegio.
Domani viene San Zuanne e vuole
le prime pere e l’ultime ciriegie.
Le porterete in piazza di Bologna
coperte con le pampane di vite».
«Va’, Flor d’uliva, va’ con le mie nuore,
cava nell’orto l’aglio e le cipolle.
Per San Zuanne chi non compra l’aglio,
per tutto l’anno non arà guadagno.
Prendi la maggiorana e petroselli,
la camomilla e spighe di lavanda».
«Va’, Flor d’uliva, va’ con la cognata
per medesine e benedizioni:
foglie di nose e flori di pilatro,
vesiche d’olmo e fiori di sambuco.
Nell’acquastrino prendi le ramelle
del salcio d’acqua detto l’agnocasto».
Va Flor d’uliva, torna va ritorna,
ma lieta in cuore, che vedrà domani,
vedrà Bologna e le sue grandi torri;
e canta... E per le spalle a mo’ de l’onde
scorrèn le longhe ciocche blonde...
Domani è il Santo delle innamorate.
Siedono su le panche le pulzelle.
Son li amadori a’ loro piè col mento
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