Page 99 - Canti di Castelvecchio
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APPENDICE
69. Diario autunnale
(1907)
I
Bologna, 1 novembre.
Che fanno là, presso la muta altana,
i crisantemi, i nostri fior, che fanno?
Oh! stanno là, con la beltà lor vana,
a capo chino, lagrimando, stanno.
Pensano che quest'anno sei lontana,
lagrimano che non ci sei quest'anno.
Non torna più! mormora la campana...
Ma le cincie: Sì! Sì! Ritorneranno!
II
Bologna, 2 novembre.
Per il viale, neri lunghi stormi,
facendo tutto a man a man più fosco,
passano: preti, nella nebbia informi,
che vanno in riga a San Michele in Bosco.
Vanno. Tra loro parlano di morte.
Cadono sopra loro foglie morte.
Sono con loro morte foglie sole.
Vanno a guardare l'agonia del sole.
III
Torre di San Mauro.
Notte dal 9 al 10 novembre.
Dormii sopra la chiesa della Torre.
Cantar, la notte, udii soave e piano.
Udii, tra sonno e sonno, voci e passi,
e tintinnire il campanello d'oro,
ed un fruscìo di pii bisbigli bassi,
ed un ronzìo d'alte preghiere in coro,
ed una gloria d'organo canoro,
che dileguava a sospirar lontano.
A sospirar così soave e piano!
Era una messa. Santo! Santo! Santo!
Ma eran voci morte che cantare
udii la notte fino sul mattino:
un morto prete curvo su l'altare,
un bimbo morto ritto sul gradino,
con su le spalle il suo lenzuol di lino
in che l'avvolse la sua madre in pianto.
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