Page 59 - Canti di Castelvecchio
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né pena,
            la docile macchina gira
                   serena,
              qual docile servo, una volta
            ch'ha inteso, né altro bisogna:
            lavora nel mentre che ascolta,
            lavora nel mentre che sogna.


            IV
              Va sempre, s'affretta, ch'è l'ora,
            con una vertigine molle:
            con qualche suo fremito incuora
            la pentola grande che bolle.
              E` l'ora: s'affretta, né tace,
            ché sgrida, rimprovera, accusa,
            col suo ticchettìo pertinace,
            la teglia che brontola chiusa.
              Campana lontana si sente
                   sonare.
            Un'altra con onde più lente,
                   più chiare,
              risponde. Ed il piccolo schiavo
            già stanco, girando bel bello,
            già mormora, in tavola! in tavola!,
            e dondola il suo campanello.











































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