Page 56 - Canti di Castelvecchio
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38. La guazza

              Laggiù, nella notte, tra scosse
            d'un lento sonaglio, uno scalpito
            è fermo. Non anco son rosse
                   le cime dell'Alpi.
              Nel cielo d'un languido azzurro,
            le stelle si sbiancano appena:
            si sente un confuso sussurro
                   nell'aria serena.
              Chi passa per tacite strade?
            Chi parla da tacite soglie?
            Nessuno. E` la guazza che cade
                   sopr'aride foglie.
              Si parte, ch'è ora, né giorno,
            sbarrando le vane pupille;
            si parte tra un murmure intorno
                   di piccole stille.
              In mezzo alle tenebre sole,
            qualcuna riluce un minuto;
            riflette il tuo Sole, o mio Sole;
                   poi cade: ha veduto.


















































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