Page 58 - Canti di Castelvecchio
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40. La canzone del girarrosto

            I
              Domenica! il dì che a mattina
            sorride e sospira al tramonto!...
            Che ha quella teglia in cucina?
            che brontola brontola brontola...
              E` fuori un frastuono di giuoco,
            per casa è un sentore di spigo...
            Che ha quella pentola al fuoco?
            che sfrigola sfrigola sfrigola...
              E già la massaia ritorna
                   da messa;
            così come trovasi adorna,
                   s'appressa:
              la brage qua copre, là desta,
            passando, frr, come in un volo,
            spargendo un odore di festa,
            di nuovo, di tela e giaggiolo.


            II
              La macchina è in punto; l'agnello
            nel lungo schidione è già pronto;
            la teglia è sul chiuso fornello,
            che brontola brontola brontola...
              Ed ecco la macchina parte
            da sé, col suo trepido intrigo:
            la pentola nera è da parte,
            che sfrigola sfrigola sfrigola...
              Ed ecco che scende, che sale,
                   che frulla,
            che va con un dondolo eguale
                   di culla.
              La legna scoppietta; ed un fioco
            fragore all'orecchio risuona
            di qualche invitato, che un poco
            s'è fermo su l'uscio, e ragiona.


            III
              E` l'ora, in cucina, che troppi
            due sono, ed un solo non basta:
            si cuoce, tra murmuri e scoppi,
            la bionda matassa di pasta.
              Qua, nella cucina, lo svolo
            di piccole grida d'impero;
            là, in sala, il ronzare, ormai solo,
            d'un ospite molto ciarliero.
              Avanti i suoi ciocchi, senz'ira


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