Page 80 - Pablo Picasso
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maiorchino,  si  propone  quasi  fosse  il  prototipo  di  una  delle  antiche
           figurine  di  terracotta  dell’antica  Tanagra.  Possiede  le  aggraziate

           proporzioni,  la  maestosa  dignità  e  il  fascino  astratto  di  un  ideale
           proveniente dall’antichità classica. Nelle sue linee e nella ricercatezza
           tonale troppo raffinate, però, non possiamo fare a meno di percepire la

           preoccupazione concreta e puramente plastica per la forma che avrebbe
           avvinto  Picasso  nel  suo  progressivo  approfondimento  delle  radici

           mediterranee della sua natura artistica.
              Lungo una parallela linea di sviluppo, le ieratiche e misteriose figure
           dell’autunno  1905  (tra  queste  la  Ragazza  di  Maiorca)  sarebbero

           scomparse,  e  la  persistente  attenzione  per  le  fonti  condusse  Picasso
           verso il tema della nudità primigenia e della giovinezza. Nell’inverno

           1905-06  questi  temi  si  sarebbero  fusi  in  una  nuova  grande
           composizione con cinque ragazzi nudi e i loro cavalli su una desertica

           costiera  mediterranea.  In  luogo  di  questa  composizione  a  più  figure,
           abbandonata allo stadio di schizzo e generalmente nota come Cavalli al

           bagno, Picasso portò a termine solo la tela (forse pensata, in origine,
           come parte di quell’opera più ampia) Ragazzo che conduce un cavallo
           (Z. 1.264), preceduta da un gran numero di schizzi. Uno di questi, il

           Giovane  nudo  dell’Ermitage,  ha  l’aria  di  uno  studio  accademico
           indipendente,  benché  basato  sul  modello  solo  immaginato  di  un

           adolescente ideale. Vediamo qui un giovane alle soglie dell’età adulta,
           il cui corpo trabocca di sensualità, anche se la sua energia spirituale è

           ancora  assopita;  e  così,  immerso  com’è  nel  processo  dello  sviluppo
           fisico,  rimane  in  uno  stato  di  ennui  e  di  inerzia.  Picasso  voleva  una

           figura statuaria, solida e pesante, in contrasto – evidentemente – con la
           posa  rilassata  e  sciolta,  il  baricentro  spostato  e  la  tonalità  chiara  che
           sfuma  la  nettezza  della  forma.  L’artista  appesantisce,  qui,  le

           proporzioni  e  indurisce  la  lieve  silhouette  con  un  contorno  chiaro  e
           sinuoso, applicando una tangibile e densa stesura di guazzo bianco. Ma

           se il corpo nudo del giovane ricorda un caldo e rosato marmo greco –
           così come il suo nitore plastico evoca l’antico ideale di armonia – la
           sua robusta figura con le mani e i piedi grandi fa pensare – più che a un

           qualsiasi  ideale  classico  di  bellezza  –  a  un  giovane  contadino
           discendente  di  quell’antica  stirpe  mediterranea  che  Picasso  avrebbe

           incontrato nell’estate del 1906 a Gosol, nei Pirenei spagnoli.
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