Page 192 - Pablo Picasso
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Guernica, 1937. Olio su tela, 349,3 x 776,6 cm,
                                    Museo Centro de Arte Reina Sofia, Madrid.


              Non è stupefacente che ciò sia detto di un’arte considerata – a quei

           tempi, e per molti anni ancora – essenzialmente formale, un fenomeno
           puramente  corporeo-plastico?  Per  ragioni  storiche,  quest’arte  fu

           chiamata  cubismo,  e  le  forze  che  proponevano  per  essa
           un’interpretazione  formale  non  si  sono  ancora,  a  oggi,  del  tutto

           esaurite. Eppure, in quel periodo, Picasso diceva a Tugendhold: «Una
           bottiglia su un tavolo è significativa quanto un dipinto religioso».

              Non si può, peraltro, ignorare un’ulteriore considerazione di Yakov
           Tugendhold,  essenziale  alla  comprensione  dell’opera  di  Picasso:
           «Picasso  vuole  disegnare  oggetti,  ma  non  come  appaiono  all’occhio,

           bensì come essi sono nel nostro pensiero». Formulato nel 1914, questo
           commento  del  critico  russo  precede  di  venticinque  anni  la  seguente

           dichiarazione  dell’artista  in  persona:  «Io  non  dipingo  quel  che  vedo,
           ma quel che penso».[124]

              Accantoniamo,  ora,  le  penetranti  riflessioni  della  generazione  di
           critici d’arte russi del secondo decennio del Novecento, che rimangono,

           nel profondo, fedeli al simbolismo, uno stile che già a quei tempi era
           superato.  Nuove  correnti  artistiche  e  poetiche  giungevano  allora  allo
           zenit, capeggiate da una giovane generazione animata da un’incredibile

           sete  di  novità  culturali.  Questi  giovani,  che  avevano  nel  sangue  lo
           spirito  rivoluzionario,  cercarono  nuove  vie.  Una  delle  loro  fonti  di

           ispirazione  fu  la  galleria  Shchukin,  che  Ternovets,  assai
           opportunamente, considerava una sorta di accademia della nuova arte,
           capace  di  alimentare  i  lussureggianti  germogli  della  giovane  pittura
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