Page 147 - Pablo Picasso
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sono  elementi  dell’eterno  femminino,  ma  in  questo  caso  la  pensosa
           rêverie  dell’Arlecchina-Isabella  sulle  pagine  di  un  libro  richiama  il

           passato letterario del personaggio. Perché, però, proprio il Medioevo?
              Ovviamente, la scelta non ha a che fare con nuove influenze, bensì
           con  una  certa  qual  somiglianza,  percepita  da  Picasso,  tra  aspetti

           stilistici del primo cubismo e le nude e vettoriali strutture gotiche. In
           parte,  essa  può  anche  derivare  dalla  misteriosa  atmosfera  delle

           leggende medievali che ossessionavano il suo amico Apollinaire, che
           stava allora preparando la pubblicazione dell’Enchanteur pourrissant.
           Nell’inverno  1908-09,  inoltre,  si  nota  la  comparsa  nelle  opere  di

           Picasso  di  una  molteplicità  di  altri  motivi  e  scene  medievali,  tutti
           fantasiosi come la Regina Isabella.[90] Un’altra “dama cortese”, ma di

           epoca  diversa,  è  quella  ritratta  in  Donna  con  ventaglio,  nella  quale
           alcuni  contemporanei  di  Picasso  riconobbero  una  certa  americana

           amante dell’arte. La somiglianza, però, è del tutto accidentale, anche se
           l’opera ha in sé qualcosa del ritratto. Una donna elegante, con audace

           cappello  e  jabot,  un  ventaglio  aperto  in  una  mano  e  un  ombrello
           nell’altra, siede in una poltrona come se stesse posando per l’artista.
           Malgrado il linguaggio pittorico chiaramente nuovo della tela, tutte le

           sue  soluzioni  formali  presentano  un’unità  meravigliosa  che  fa
           dimenticare  la  maniera  eterodossa  e  ci  costringe  a  concentrarci

           sull’immagine, sulla sua espressione individuale.
              Lo spazio pittorico – saturato dall’interazione dei piani ritmici, dalle

           graduate  prospettive  tonali  e  dai  freddi  colori  malachite  e  grigio-
           argento – è un attributo della personalità che leggiamo nei tratti della

           donna.  Il  suo  sguardo  fisso  e  severo,  sotto  l’orlo  del  suo  enorme
           cappello, ipnotizza l’osservatore; il suo viso, benché un po’ di genere,
           conserva  la  regolarità  dei  tratti  ed  è  trattato  come  una  maschera,

           tagliata  e  levigata  dalla  luce;  il  gesto  della  sua  mano  che  regge
           l’ombrello è tanto brusco quanto manieristicamente raffinato; l’intera

           figura riflette lo stile alla moda di una donna di mondo, sorella della
           misteriosa  Sconosciuta  di  Aleksandr  Blok  (così  la  interpretò  il
           simbolista russo Georgy Chulkov).[91]

              Tuttavia, se la testa inclinata, gli occhi abbassati e i dettagli pseudo-
           storici  dell’Arlecchina-Isabella  creano  l’immagine  di  una  regina  di

           qualche romantico reame di sogno, che a Chulkov sembra un mostro,
           in  quell’altra  figura  femminile  abbiamo  due  tendenze,  due  diverse

           espressioni, due metà di un’unica maschera. Questa combinazione di
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