Page 119 - Pablo Picasso
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fiamma quale metafora della pittura («un’arte sorprendente la cui luce è
           senza limiti») e la versione ritmica di Tre donne. Questa versione può

           essere  intesa  come  metafora  del  fiammeggiante  vortice  che
           crudelmente trasforma i corpi delle tre donne a propria immagine; in
           questo  senso,  l’opera  è  dotata  di  una  magica  unità  e  possiede  la

           suprema persuasività di un’opera d’arte.
              Si  notino,  a  questo  proposito,  il  calore  del  rosso  terracotta  che

           caratterizza  le  figure  in  tutti  gli  studi  relativi  a  quest’opera  e  che
           attinge, in alcuni casi, all’intensità della fiamma; la triplice unità delle
           forme  simili  a  frecce  impetuosamente  protese  verso  il  cielo;  il

           tormentato  languore  delle  pose.  Come  nel  saggio  di  Apollinaire,
           vengono qui evocati la fiamma tripartita e un giglio araldico, simbolo

           di purezza.
              Picasso,  con  tutta  probabilità,  conosceva  gli  scritti  e  le  poesie

           dell’amico. Al Bateau-Lavoir, Apollinaire deve aver visto l’immensa
           tela  raffigurante  questi  tre  colossi  nudi,  di  un  rosso  fiammante,

           chiaramente oppressi dal mistero della loro esistenza. Per tutto il 1908,
           grazie  a  questa  rinnovata  intesa,  Picasso  e  Apollinaire  si  vedono
           rispecchiati  l’uno  nell’opera  dell’altro.  Di  nuovo,  come  ai  tempi  del

           Periodo  Circense,  i  loro  temi  e  i  loro  metodi  presentano  elementi
           comuni:  mirano  entrambi  a  interiorizzare  qualsiasi  raffigurazione  e  a

           produrre l’immagine per mezzo di associazioni soggettive stratificate,
           con un gioco di metafore, e sono entrambi liberi da pastoie espressive

           esoteriche.  E  quando  le  Tre  donne  passano  dalla  fase  dello  schizzo
           ritmico, e le tonalità smeraldo delle Bagnanti nel bosco ricompaiono,

           quando  questi  fiammeggianti  corpi  rossi  assumono  la  loro  forma
           individuale, e la loro natura barbarica e primeva si impone, ecco che si
           manifesta un ulteriore parallelo con l’Apollinaire del 1908, con il suo

           Enchanteur pourrissant di imminente pubblicazione.
              Anche in questo testo si incontra il motivo del bosco buio e tetro con

           i suoi misteri assopiti, che ruotano tutti intorno all’idea di realizzare le
           differenti  nature  dell’uomo  e  della  donna.  Quest’opera  è,  anzi,
           presentata sotto forma di mito, «le cui radici», come scrive l’autore, «si

           diramano fino alle profondità celtiche delle nostre tradizioni».[72]
              Tre  donne  è  una  di  quelle  composizioni  che  non  si  prestano

           facilmente  a  un’interpretazione  verbale  diretta:  nel  cuore  di
           quest’immagine  si  annida  un  segreto  che  irradia  di  tensione  la  vita

           emotiva e intellettuale dell’osservatore. Nella più tarda serie delle 347
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