Page 43 - Il Perugino
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degli astanti, ma studi più recenti ne hanno drasticamente
ridotto l'intervento.
La solidità dell'impianto volumetrico di tali figure è scarsamente
compatibile con la serie di Madonne giovanili, ma anche con gli
affreschi successivi e sarebbe piuttosto da riferire ad Andrea
d'Assisi soprannominato l'Ingegno, a Rocco Zoppo e più
dubitativamente allo Spagna e a Bartolomeo della Gatta, altri
collaboratori di Perugino menzionati da Vasari.
La scena del Viaggio di Mosè in Egitto è la prima della parete a
destra dell'altare, guardando verso di esso, ed è in parallelo con
il Battesimo di Cristo sul lato opposto.
C'era infatti un preciso parallelismo tra le cerimonie della
circoncisione e del battesimo rispettivamente nel mondo ebraico
e cristiano, sottintendendo anche la dimensione più profonda e
spirituale del secondo.
In tal senso il battesimo, come scritto anche da sant'Agostino e
molti dei Padri della Chiesa, era una sorta di "circoncisione
spirituale" per i fanciulli.
La storia narrata nell'affresco mostra la partenza di Mosè
(vestito di giallo e verde) per l'Egitto dopo l'esilio nella terra di
Madian.
Al centro un angelo lo ferma chiedendogli di circoncidere il suo
secondo figlio, Eliezer (scena a destra), come segno fisico
dell'Alleanza stipulata da Dio con la stirpe di Abramo.
Della cerimonia si occupa la madre Zippora.
Anche in questo caso la scena è composta secondo principi di
equilibrio e simmetria, coi due gruppi in primo piano che fanno
perno sull'angelo al centro e sullo sperone roccioso che si leva
su di lui. Su questo asse, in secondo piano si vede anche il
congedo di Mosè e di sua moglie da Ietro.
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