Page 138 - Diventa un artista del disegno
P. 138

Le  sculture  dell'antico  Egitto  sono  un  esempio  di  grande  unità  di
         concezione, e della soppressione della varietà fino al punto in cui la vita
         quasi non esiste. Le linee delle figure egiziane sono semplici e lunghe, le

         superfici lisce e senza variazioni, non si permette all'azione di conferire

         varietà alla posa, la posizione di un piede leggermente avanti all'altro è
         concessa soltanto alle figure in piedi; le braccia, quando non si trovano

         dritte lungo il corpo, sono flesse rigidamente al gomito ad angolo retto; le
         teste fissano dritte davanti a sé L'espressione di sublimità è totale, e ciò

         era, ovviamente, ciò a cui si puntava.



         Ma  quanto  fredda  e  terribile  è  la  mancanza  di  quel  gioco  e  di  quella
         varietà  che  da  soli  bastano  a  mostrare  vita.  Quale  sollievo,  al  British

         Museum,  si  prova  entrando  nella  sala  dei  marmi  di  Elgin  e  nel  venire

         riscaldati dalla nobile vita che palpita nell'opera greca, dopo aver visitato
         le fredde sale egiziane.



         In quello che chiamiamo un volto perfetto non è tanto la perfetta regolarità

         della forma e dell'equilibrio dei lineamenti ad affascinarci, non le cose che
         appartengono  a  un  modello  ideale,  ma  piuttosto  le  sottili  variazioni  da

         questo  modello  che  sono  proprie  della  particolare  testa  che  stiamo
         ammirando.




         Un  perfetto  modello  di  testa,  se  mai  esiste,  potrebbe  suscitare  la  nostra
         meraviglia, ma ci lascerebbe freddi. Ma non può mai esistere nella vita; il

         minimo movimento dei lineamenti, che deve sempre accompagnare la vita
         e l'espressione, lo rovinerà. E l'influenza di questi movimenti abituali sulla

         forma  dei  lineamenti  stessi  li  modellerà  invariabilmente  in  forme
         individuali lontane dal cosiddetto modello perfetto, qualsiasi siano state le

         intenzioni della natura in un primo momento.



         Se, come si fa solitamente, chiamiamo imperfezioni queste variazioni da

         un  modello  comune  nelle  caratteristiche,  sembrerebbe  che  siano  le
         imperfezioni  della  perfezione  ad  affascinarci  e  commuoverci;  e  che  la

         perfezione senza queste cosiddette imperfezioni sia un'astrazione fredda e
         spenta, priva di vita: e che l'unità senza varietà sia senza vita e incapace di
   133   134   135   136   137   138   139   140   141   142   143