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segretario alla Difesa per il nulla osta a procedere".
Il responsabile in materia è dunque il segretario alla Difesa, "salvo
eccezioni". Queste eccezioni non sono altro che la necessità di salvare vite
umane di fronte a un pericolo imminente: "È possibile presentare le
'Richieste che necessitano di una risposta immediata' a qualunque
elemento della catena del comando. Si tratta di situazioni di gravità
incombente in cui solo un'azione immediata decisa da un membro del
dipartimento della Difesa o da un comandante militare può impedire la
perdita di vite umane, prevenire ferite o grossi danni materiali".
In altre parole, la decisione di abbattere il volo AA77 non spettava al
presidente Bush. Non dipendeva neanche dal segretario alla Difesa Donald
Rumsfeld. La decisione toccava in primo luogo ai responsabili militari, al
vertice dei quali si trova il generale Ralph Eberarth, comandante in capo
del NORAD.
Più si va avanti nell'indagine, più i militari hanno difficoltà a giustificare
la versione ufficiale. Il nuovo capo di Stato Maggiore fa finta di non
sapere. Il NORAD tenta di guadagnare tempo, ma non riesce a spiegare
l'assenza di reazione da parte dei militari. Alla fine, il vicepresidente cerca
di far credere che si trattava di una decisione a un livello troppo alto
perché l'ordine potesse partire immediatamente. Ogni nuova dichiarazione
pone nuove domande. Scopriamo che più l'aereo fantasma s'avvicina al
Pentagono più le spiegazioni dei militari diventano incoerenti.
Il Pentagono non reagisce
Cinque batterie antimissile estremamente sofisticate proteggono la sede
delle Forze Armate degli Stati Uniti da ogni possibile attacco aereo. Come
si spiega che la difesa antiaerea non è stata utilizzata?
Secondo un portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Vic
Warzinski, i militari non si aspettavano un attacco del genere. "Non ci
eravamo resi conto che quell'aereo puntava su di noi", afferma.
Questa spiegazione non è credibile: il Pentagono sapeva molto bene che
un ordigno volante non identificato puntava su Washington. L'11
settembre, infatti, la comunicazione tra i controllori di volo civili e le
diverse autorità federali ha funzionato perfettamente. I controllori, del
resto, non erano in contatto diretto soltanto con il Pentagono, ma anche
con la Casa Bianca. A partire dalle 9,25, la torre di controllo dell'aeroporto
Thierry Meyssan 67 2002 - Il Pentagate