Page 25 - Il grande dizionario della metamedicina
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Ho difficoltà ad accettare questo licenziamento o questo pensionamento anticipato?
     Mi sento risucchiare le energie da uno dei miei cari?

     ANGIOMA:gli  angiomi  possono  essere  congeniti  o  immaturi,  presenti  cioè  già  alla  nascita  o  poco  dopo.  Fra  questi
     troviamo l’angioma piano. Gli angiomi congeniti, per lo più di colore rosato, sono localizzati sulla fronte, sulle
     palpebre o sulla nuca e regrediscono progressivamente. Quelli di colore rosso o violaceo, localizzati soprattutto sul
     volto, chiamati «macchie di vino» o «voglie», tendono invece a mantenersi, scurendo con il passare degli anni.
     Gli angiomi maturi derivano da un’affezione o da una malformazione artero-venosa.
     Gli  angiomi  congeniti,  detti  «macchie  di  vino»,  sono  per  lo  più  legati  a  ferite  di  tipo  psicologico,  spesso  per
     sentimenti di vergogna o di umiliazione.
     →Angioma al viso:
     Devo  imparare  a  ignorare  l’attenzione  degli  altri  che  può  far  nascere  in  me  sentimenti  di  vergogna,  di
     svalutazione o farmi sentire diverso?
     →Angioma alla gamba: una donna con un angioma alla caviglia aveva notato che ogni volta che si trovava in
     situazioni in cui si sentiva prigioniera, quella parte della gamba si gonfiava e diventava violacea, causandole molta
     sofferenza. Non trovando alcun nesso con episodi della sua vita, le proposi di esplorare, attraverso uno stato di
     rilassamento profondo, ciò che la sua anima poteva aver vissuto. Durante la seduta le apparve l’immagine di una
     giovane donna umiliata e incatenata che veniva bruciata su un rogo. Dopo averla aiutata a sciogliere le emozioni
     connesse a queste immagini, la donna si liberò dai suoi sintomi dolorosi e l’angioma perse di intensità.
     Ho dovuto superare un sentimento di vergogna o di umiliazione?
     ANGOSCIA o ATTACCO DI PANICO:  disturbo caratterizzato da una paura intensa di perdere il controllo, di non riuscire più a
     gestire  una  situazione  o  di morire,  accompagnato  da  un  senso  di  dolorosa  oppressione,  da  palpitazioni  e
     stordimento.
     La persona colpita non comprende sempre bene ciò che le capita, può avere la sensazione di dover agire con urgenza
     senza però sapere cosa fare o a chi rivolgersi. Il senso di angoscia può sopraggiungere in modo improvviso, inatteso.
     Può accadere prendendo l’ascensore, passando su un ponte, attraversando una galleria o di fronte a una qualsiasi
     situazione che procuri un grande senso di insicurezza.
     L’angoscia ha spesso come causa l’affiorare in superficie di una memoria emozionale che la persona ha paura di
     rivivere.
     Così,  ogni  volta  che  questa  persona  si  trova  in  una  situazione  che  le  ricorda,  anche  senza  esserne  cosciente,
     l’episodio doloroso o traumatico presente nella sua memoria emozionale, entra in uno stato di panico che provoca i
     sintomi  dell’angoscia,  tra  cui:  difficoltà  respiratorie,  palpitazioni  cardiache,  aumento  della  pressione  arteriosa,
     stordimento, accompagnati a volte da nausea, svenimento o anche paralisi.
     Inconsciamente,  la  persona  che  ha  vissuto  un’emozione  di  questo  tipo  è  convinta  che  se  dovesse  rivivere
     quell’evento  traumatico  morirebbe,  ed  è  proprio  ciò  da  cui  cerca  di fuggire.  La  fuga  diventa  un  meccanismo  di
     sopravvivenza.
     A quale ricordo mi può riportare questo senso di angoscia?

     – Se l’angoscia è legata alla paura di morire, ci si potrà chiedere: «Ho già avuto paura di morire?»
     – Se è legata alla paura di essere abbandonati, ci si potrà chiedere: «Ho già avuto paura di essere abbandonato?»
     – Se è legata alla paura di rimanere privi di risorse: «Ho già vissuto una situazione di questo genere?»
     Molti ricordi sono annidati nel nostro inconscio.
     Anna ha cominciato a soffrire di attacchi di panico in seguito al ricovero del fratello per un infarto al miocardio.
     L’angoscia la soffoca e non capisce cosa le succede. È convinta di aver accettato la malattia del fratello così come
     l’operazione che deve fare.
     Di  fatto,  il  trasporto  in  ambulanza  del  fratello  la  riporta,  a  livello  inconsapevole,  a  un  episodio  registrato  nella
     memoria emozionale: ha quattro anni, c’è la guerra, lei è ebrea. Portano via suo padre, che ama moltissimo, in un
     camion in cui sono ammassati quasi tutti i componenti della sua famiglia assieme ad altri ebrei. Vorrebbe piangere,
     vorrebbe gridare «papà», ma ha troppa paura e si nasconde fra la folla.
     Per liberarsi dall’angoscia si può lavorare in un primo tempo sulla respirazione, poiché quella lenta e profonda
     ossigena il cervello, rilassa il cuore e agisce sul plesso solare che è il centro delle emozioni.
     Se gli attacchi di panico si ripetono, sarà importante, con l’aiuto di un terapeuta esperto, cercare di ritrovare il
     ricordo (che molto spesso è stato dimenticato) a essi collegato per scioglierne la carica emotiva. 3

     ANO: è la parte terminale del sistema digerente. Rappresenta la fine di un processo in corso.
     →Fissura anale: patologia sovente legata alla sensazione di essere «seduti fra due sedie», di sentirsi lacerati nella
     scelta tra due possibilità. Per esempio: vivo con una persona ma mi piacerebbe stare con un’altra.
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