Page 206 - Il grande dizionario della metamedicina
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preoccupata per questioni finanziarie all’interno della sua relazione. Mi rispose: «In effetti, sono in ansia per il
     modo  in  cui  mio  marito  gestisce  il  denaro.  Non  sembra  preoccuparsi  che  ci  indebitiamo  mentre,  per  quanto  mi
     riguarda, la cosa mi destabilizza».
     Un’altra partecipante aveva una cisti sebacea all’altezza della quinta lombare, oltre ad aver già avuto il disco di
     questa vertebra bloccato. Parlando con lei, scoprii che pensava a quanto le sarebbe piaciuto aver più tempo per fare
     ciò di cui aveva voglia ma, siccome doveva lavorare per guadagnare i soldi di cui aveva bisogno, non le restava
     abbastanza tempo e questo le creava un senso di frustrazione.
     Mi confronto con conflitti relazionali legati ai soldi?
     Ho paura di non avere i mezzi per concedermi ciò che sogno (per esempio una casa) o per fare ciò di cui ho
     voglia (cambiare lavoro)?
     • VERTEBRE SACRALI: la regione sacrale è unita alle ossa iliache che formano il bacino. Protegge gli organi riproduttori
     della vita. È nella zona del centro sacrale (situato tra il pube e l’ombelico) che risiede l’energia più forte del nostro
     corpo. I problemi che riguardano questa zona nella maggior parte dei casi sono legati a una svalutazione sul piano
     sessuale. In una donna i dolori si manifestano durante il ciclo mestruale. Si tratta di una disistima della propria
     libido o delle proprie prestazioni sessuali, oppure per non essere in grado di avere un bambino. Vedi Osso sacro.
     • VERTEBRE COCCIGEE: vedi Coccige.
     SCHIZOFRENIA: vedi Malattie Mentali.
     SCIATICA: vedi Nervo sciatico.

     SCLERODERMIA:  caratterizzata  da  indurimento  della  pelle  e  perdita  della  mobilità  osteoarticolare  e  muscolare.  La
     persona colpita è talvolta molto dura verso se stessa  o  verso  un membro del suo ambiente. Tende a svalutarsi
     totalmente, giungendo anche a detestarsi. È possibile che abbia conosciuto la violenza e che la faccia subire a chi le
     vive accanto.
     Una mia paziente soffriva di sclerodermia. Di indole chiusa, la donna era molto esigente nei confronti di se stessa e
     di conseguenza nei confronti dei suoi famigliari. Non riusciva a perdonarsi la violenza che aveva fatto subire a suo
     figlio. Era pervasa da una profonda rabbia interiore di cui non sapeva come liberarsi. Dopo aver seguito il mio
     seminario «Liberazione della memoria emozionale» la donna capì l’origine della sua rabbia, riuscì finalmente a
     liberarsene e a perdonarsi. Mi si avvicinò in lacrime e mi disse: «Sono riuscita a mangiare una banana!» Da oltre un
     anno non riusciva più a ingoiare cibi solidi. Sei mesi dopo il seminario era in grado di mangiare normalmente,
     muoversi  liberamente  e  persino  ballare.  Aveva  inoltre  recuperato  completamente  la  mobilità  delle  mani,  che
     all’inizio della terapia non riusciva quasi più a usare. Era diventata più indulgente e più tollerante nei confronti di se
     stessa e degli altri.
     È possibile che io sia animato da rabbia nei confronti di uno dei miei famigliari?
     Ho avuto momenti di violenza che non riesco a perdonarmi?
     Mi sono forse indurito nei confronti degli altri e della vita?
     SCLEROSI  A  PLACCHE:  affezione  degenerativa  che  si  manifesta  con  lesioni  cutanee,  sottocutanee,  osteoarticolari,
     muscolari,  digestive,  respiratorie  e  renali.  Si  parla  spesso  di  attacchi  di  sclerosi  a  placche.  È  importante  non
     confondere i sintomi e la malattia. È infatti possibile averne i sintomi senza per questo avere sviluppato la malattia.
     Questi equivalgono a un allarme, ed è chiaro che se l’allarme viene ignorato i sintomi potranno portare alla malattia.
     La sclerosi a placche è molto legata a un senso di svalutazione di sé che si tenta di sfidare. Si vuole cercare di
     mostrare agli altri ciò di cui si è capaci, anche a scapito del rispetto del proprio corpo. Può inoltre accadere che ci
     si  spinga  fino  all’esaurimento,  se  questo  serve  a  raggiungere  l’obiettivo  che  ci  si  è  prefissati.  È  allora  che
     compaiono i primi segnali di allarme (sintomi) che spesso si manifestano con formicolii e con una sensazione di
     intorpidimento delle mani o delle gambe. Si può inoltre verificare una perdita di sensibilità che porta a non sentire
     più né il caldo né il freddo. Il tutto può anche manifestarsi inizialmente (o evolvere) con una nevrite ottica.
     Le persone colpite dai sintomi di sclerosi a placche possono arrivare a sfidare la diagnosi del medico e a volergli
     dimostrare che ha torto, che tutto andrà per il meglio e che se la caveranno. Queste persone si trovano così a dovere
     fronteggiare una parte di loro che cerca di rassicurarsi dicendosi: «Riesco ancora a fare questo e quest’altro…» e
     un’altra parte che vive nell’angoscia che la malattia evolva.
     Ignorano che quell’angoscia segreta avrà il duplice effetto di intensificare i sintomi e di condurli verso la malattia. E
     questo perché noi tutti tendiamo a ingigantire quello che ci preoccupa. Non sarebbe forse più saggio ascoltare quello
     che i sintomi provano a dirci, invece di nutrire la paura della malattia?
     Ho la sensazione che non ce la farò mai a … piacergli, essere riconosciuto, essere accettato, essere alla sua
     altezza ecc.?
     Mi spingo di continuo al limite di quello che il mio corpo può sopportare per provare agli altri e a me stesso che
     posso farcela?
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