Page 142 - Il grande dizionario della metamedicina
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è sentiti prigionieri o in pericolo (pericolo di essere mandati in un riformatorio, di essere rinchiusi, di perdere la
libertà ecc…). Ciò può averci indotti a vivere continuamente sotto controllo per tutto ciò che diciamo o facciamo
per non dispiacere agli altri. E quando la negazione dei nostri bisogni diventa insopportabile, il mal di testa ci
consente di dire: «Lasciatemi stare, ho mal di testa». Possono anche essere in relazione a un profondo senso di colpa
perché ci crediamo responsabili della sofferenza o della morte di una persona.
Lea ha tredici anni. Sua zia le chiede di sorvegliarle il bambino che dorme nel passeggino. Siccome non c’è da fare
niente, Lea chiude la porta a chiave e va a giocare con un’amica dicendosi che tanto non si sarebbe svegliato prima
di un’ora o due. Quando la zia torna, il neonato sta piangendo ma nessuno può andare da lui perché Lea si è presa la
chiave. Appena rientra, Lea trova la zia in collera e il bambino cianotico per il pianto e pensa: «Ho rischiato di
ucciderlo!» In seguito Lea vive continuamente nel timore di fare qualcosa che potrebbe recare danno agli altri.
Ho vissuto un’esperienza traumatica in cui ho temuto per la mia libertà, la mia vita o quella di un’altra persona?
→ Mal di testa violenti che evolvono in emicranie: sono per lo più associati a paura e a insicurezza o a un evento
del passato in cui ci si è sentiti minacciati. L’espressione «avere una spada di Damocle sulla testa» esprime bene
questa situazione. Vedi anche Emicrania.
Il mal di testa di Samaël si era manifestato quando aveva circa dodici anni. Si ricordava più o meno il periodo in cui
era iniziato, ma non lo aveva mai messo in relazione con un evento che aveva vissuto a quell’età. Come la maggior
parte degli adolescenti, Samaël esprimeva il suo bisogno di individualità con piccole ribellioni nei confronti delle
aspettative dei genitori. Una sera li sorprese a discutere della possibilità di metterlo in un istituto correzionale.
Samaël ebbe talmente paura da divenire in seguito molto sottomesso, rinunciando alla propria individualità per
rispondere alle aspettative dei genitori. Loro non parlarono mai più dell’istituto, ma la paura aveva dato origine alla
seguente equazione: «Se non mi conformo a ciò che gli altri si aspettano da me, rischio di essere rifiutato e di
perdere la libertà». Trent’anni dopo l’episodio, in Samaël la paura era ancora ben presente e gli causava violenti
mal di testa ogni volta che si credeva obbligato ad agire in un dato modo per non rischiare di perdere la propria
sicurezza e la libertà.
Si liberò dei mal di testa che evolvevano in emicranie andando, con il mio aiuto, a rassicurare il ragazzino
dodicenne che era stato, comprendendo che le parole del padre volevano solo dire: «Non so più cosa devo fare con
Samaël, non so più come prenderlo!» e che se avesse voluto iscriverlo a quell’istituto, non lo avrebbero comunque
accettato perché non era un delinquente. Una volta rassicurato il ragazzino, smise di aver paura di dispiacere gli
altri, poté esprimere meglio i suoi bisogni, e i mal di testa scomparvero.
Cos’è che mi crea insicurezza?
Mi sono forse già sentito minacciato?
MALARIA o PALUDISMO: malattia parassitaria grave che si presenta con febbre alta e, in certi casi, con complicazioni
renali, epatiche, cerebrali e del sangue che possono essere mortali. La causa della malattia viene attribuita a un
parassita, il plasmodium, trasmesso dalle zanzare.
Ci si potrebbe tuttavia chiedere la ragione per cui in un dato ambiente alcuni individui ne siano colpiti e altri (la
maggioranza) no. Si tratta forse di una questione di resistenza, o piuttosto di frequenza vibratoria? Qual è dunque
questa frequenza?
Può esserci la paura di contrarre la malattia, ma anche la sensazione di essere sotto il controllo di una persona o
di un sistema che ci avvelena la vita.
È interessante notare che nella parola «malaria» si trova il prefisso «mal» e il suffisso «aria» che può esser tradotto
in «aria malsana».
Mi sento forse prigioniero di un ambiente malsano?
Mi sento forse sotto l’influsso di un sistema o di una persona che limita la mia libertà?
Si trova un maggior numero di zanzare dove ci sono rifiuti, sporcizia o sostanze organiche in decomposizione. Questi
ambienti chiusi che assomigliano a ghetti sono molto spesso l’equivalente delle paludi dove normalmente
proliferano.
Fornire zanzariere alle persone che vivono nelle zone a rischio è certamente il primo passo, molto lodevole, ma ci si
potrebbe chiedere se è sufficiente. Non sarebbe meglio aiutarle a prendere coscienza del legame tra l’ambiente
malsano e la malattia, per poi aiutarle a scioglierlo?
Un sacerdote ruandese che mi aveva posto la domanda mi disse, dopo la mia spiegazione: «È molto vero, Claudia,
incontro di continuo persone con questa malattia, ed è proprio ciò che stanno vivendo».
MALATTIA CELIACA: nella malattia celiaca si riscontra una carenza di assorbimento a livello della mucosa dell’intestino
tenue che comporta complicanze (rachitismo, osteoporosi, anemia, tetania ecc.) e un’intolleranza intestinale a una
molecola proteica (la gliadina) contenuta nel glutine. È caratterizzata da feci anomale, aumento del volume
dell’addome (provocato dall’abbondanza di materie fecali) che contrasta con una magrezza o un dimagramento e la
presenza di grassi nelle feci. Vedi Allergia al glutine in Allergie.