Page 290 - Come vivere più a lungo
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zione elettronica e utilizzò questo potente strumento, insieme con la diffrazione

          ai raggi X, per determinare la struttura delle macromolecole biologic he.
              Così come l'analisi con i raggi  X  e la  diffrazione  elettronica  gli  avevano

          fornito  gli strumenti  sperimentali per esplorare la  struttura delle  molecole, lo
          studio della  meccanica  quantistica  gli fornì uno  strumento teoretico. Ciò gli
          permise di contribuire alla  ricostruzione  delle fondamenta della chimica. Pau-

          ling fu il principale organizzatore, sistematizzatore, estensore della teoria gene-
          rale della nuova chimica, quella che considera i legami tra gli atomi di una mo-
          lecola come un effetto dell'azione degli elettroni. La sua grande opera The Na-
          ture of the Chemical Bond (La natura del legame chimico) è una pietra miliare
          nella storia della scienza.


              L'interesse di Pauling per le molecole biochimiche fu stimolato, come egli
          ricorda nel libro citato, dall'arrivo  al Caltech di T. H. Morgan, alla fine  degli
          anni Venti. Verso la metà degli anni Trenta Pauling stata studiando la molecola
          dell'emoglobina, attratto dal suo colore acceso e dalla funzione  vitale assolta a

          causa della  sua proprietà di combinarsi in modo reversibile  con la molecola
          dell'ossigeno. L'interesse per l'emoglobina lo condusse in modo naturale a inte-
          ressarsi delle proteine. Con Alfred Mirsky pubblicò un articolo sulla teoria ge-
          nerale della struttura delle proteine, in cui suggeriva che la catena polipeptidica

          di ogni proteina è avvolta  a spirale, assumendo una configurazione  specifica
          che spiega la funzione di quella data molecola nel corpo; la molecola perde tale
          funzione, viene cioè «snaturata», quando tale configurazione va persa in segui-
          to alla rottura dei legami chimici responsabili della configurazione stessa.

              In una delle sue visite al Rockefeller Institute di New York, PAULING in-

          contrò Karl Laadsteiner, lo scopritore dei gruppi sanguigni,  che lo introdusse
          nel campo dell'immunologia. Durante la seconda guerra mondiale  il lavoro di
          Pauling si orientò maggiormente verso la soluzione di problemi concreti, come
          la ricerca di un sostituto artificiale  del siero sanguigno. Per il lavoro svolto a

          servizio  dell'Ufficio  di Ricerca e Sviluppo Scientifico  nei tempi di guerra, gli
          fu conferita la Medaglia Presidenziale al merito.

              Alla fine  della  guerra, in seguito a un incontro con William  B. Castle, un
          collega del Comitato del Bush Report, Science-The Endless Frontier, Pauling
          si interessò all'anemia falciforme  che, egli ipotizzò, poteva essere una malattia

          molecolare causata da una molecola anomala di emoglobina.

              Insieme con Harvey Itano e altri, nel 1949 Pauling dimostrò che l'anomalia
          dell'emoglobina era causata da quella di un solo aminoacido di una delle catene
          polipeptidiche che la costituiscono.

              Nel 1948, come professore ospite dell'università di Oxford, Pauling ritornò

          su un problema che lo aveva occupato alla fine degli anni Trenta, l’avvolgi-
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