Page 6 - Shakespeare - Vol. 4
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precedente versione in prosa di quella storia, dal titolo assai simile, The
Patterne of Painefull Adventures, che Lawrence Twine aveva scritto e
registrato nel 1576, ricavandola a sua volta da una traduzione francese
dell’originale latino incluso nella raccolta medievale Gesta Romanorum
risalente al quattordicesimo secolo e stampata per la prima volta nel 1472.
La versione del Twine era stata da poco ripubblicata, nel 1607, e aveva
costituito, insieme alla trasposizione poetica che ne aveva fatto John Gower
nell’ottavo libro del suo Confessio Amantis (1390 circa), la fonte del dramma
di Pericle. Nel giro di due anni, dunque, il 1607 e 1608, quell’antichissima
storia conobbe una nuova grande fortuna: per la traduzione o parafrasi del
Twine, per l’utilizzazione drammatica fattane da Shakespeare (anche se la
sua paternità completa dell’opera è stata, ed è ancora da alcuni, messa in
discussione), per la riscoperta indiretta del vecchio poema medievale di
Gower che per tali vie dovette ridestare l’attenzione perlomeno del pubblico
colto, e infine per la pubblicazione, evidentemente allestita in fretta e furia,
del romanzo del Wilkins, inteso a sfruttare il successo dell’opera teatrale e a
far leva, allo stesso tempo, sul nome, per l’occasione riportato a nuovo
prestigio, del «worthy and ancient Poet Iohn Gower».
Il dramma fu pubblicato l’anno successivo, il 1609, e non − come si e già
anticipato − da Edward Blount, ma da un editore minore, non specializzato
nella pubblicazione di testi drammatici, bensì di ballate e opuscoli vari, certo
Henry Gosson, che lo presentava sul frontespizio con le seguenti parole: «THE
LATE, and much admired Play, Called Pericles, Prince of Tyre / ... / By William
Shakespeare». Dunque, il dramma era recente, di grande successo, e di
Shakespeare. Purtroppo era anche, nel testo trasmessoci da Gosson, una
redazione assai corrotta dell’originale, certamente non basata su quel
«booke», e cioè copione di scena, che Blount aveva registrato l’anno
precedente. Ciononostante, quel testo, conosciuto come primo in-quarto,
ebbe a sua volta un grande successo, visto che una seconda edizione
(secondo in-quarto) venne pubblicata nello stesso anno − fortuna che, in
precedenza, era arrisa solo ad altri due drammi shakespeariani, Riccardo II e
Enrico IV, nel 1598 − e altre due edizioni comparvero entro il 1619, tutte
basate sul primo in-quarto. Testo che rimane l’unica versione conosciuta del
Pericle. Infatti, Heminges e Condell, i due attori della compagnia di
Shakespeare, che curarono nel 1623 la prima edizione completa delle sue
opere conosciuta come primo in-folio, non vi inclusero questo dramma, forse
perché non poterono procurarsi il testo originale e corretto e non vollero
presentarne una redazione così imprecisa e approssimativa quale era quella