Page 5 - Shakespeare - Vol. 4
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PREFAZIONE







          Primo dei drammi romanzeschi (romances)  shakespeariani, Pericle, principe

          di Tiro fu scritto con ogni verosimiglianza nel 1607 o nei primi mesi del 1608,
          anno in cui sappiamo che fu rappresentato con grande successo al celebre
          teatro  Il  Globo  («The  Globe»)  dalla  compagnia  dello  stesso  drammaturgo,

          quella  dei  King’s  Men.  Il  20  maggio  di  quell’anno,  inoltre,  lo  stampatore
          Edward  Blount,  amico  della  compagnia  e  professionista  di  buon  nome,
          iscriveva  nello  Stationers’  Register  (il  registro  della  corporazione  dei
          cartolibrai e degli stampatori) «A booke called. The booke of Pericles prynce
          of  Tyre»,  e,  insieme  a  quello,  iscriveva  anche  un  altro  dramma

          shakespeariano,  di  poco  precedente  per  composizione  e  rappresentazione
          teatrale,  l’Antony  and  Cleopatra. L’iscrizione  era  un  modo  per  assicurarsi  i
          diritti  di  pubblicazione,  o  meglio  per  dissuadere  stampatori-editori  di  pochi

          scrupoli dal procurarsi illecitamente gli stessi testi e pubblicarli senza alcun
          riguardo  per  l’autore  o  per  la  compagnia.  Il  fatto  che  la  registrazione
          menzioni  un booke del  dramma  fa  pensare,  secondo  l’uso  del  tempo,  che
          fosse  stato  consegnato  il  prompt-book,  il  copione  del  suggeritore,  testo
          assolutamente attendibile sia dal punto di vista della scrittura drammatica sia

          da quello delle indicazioni sceniche.
          Purtroppo, Edward Blount non stampò poi quel dramma. Mentre, sempre nel
          1608, uscì un romanzo di un certo George Wilkins, drammaturgo e scrittore di

          poco conto, dal titolo The Painful Adventures of Pericles, Prince of Tyre, che si
          presentava, sul frontespizio, come «The true History of the Play of Pericles,
          as it was lately presented by the worthy and ancient Poet Iohn Gower». Si
          trattava, dunque, di una narrazione basata esplicitamente su un dramma, un
          dramma assai recente (lately presented), di cui non veniva indicato l’autore,

          bensì il presentatore, l’antico poeta medievale Gower. Come vedremo, quel
          poeta aveva raccontato, per primo in lingua inglese, la celebre storia, di lui
          assai  più  antica,  del  Principe  di  Tiro;  e,  costituendo  la  fonte  principale  del

          dramma  che  per  la  prima  volta  metteva  in  scena  quella  storia,  era  stato
          utilizzato  come  Coro:  a  introdurre,  commentare,  scandire  i  vari  sviluppi
          narrativi, e avvicinare o distanziare l’illusione teatrale.
          Il  romanzo  di  George  Wilkins  sembra  chiaramente  costituire  una  sorta  di
          instant  book di quell’epoca, scritto, o meglio assemblato, sulla falsariga sia

          del  dramma,  di  cui  ripropone  pezzi  di  dialogo  e  tagli  scenici,  sia  di  una
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