Page 1821 - Shakespeare - Vol. 4
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               Quando all’appello del silente pensiero

               io cito il ricordo dei giorni passati,
               sospiro l’assenza di molte cose bramate
               e a vecchie pene lamento lo spreco della mia vita:
               allora, pur non avvezzi, sento inondarsi gli occhi

               per gli amici sepolti nella notte eterna della morte,
               e piango di nuovo pene d’amor perdute,
               e soffro lo stacco di tante immagini scomparse:
               allora mi affliggo per sventure ormai trascorse,

               e, di dolore in dolore, tristemente ripasso
               l’infelice conto delle sofferenze già sofferte
               che ancora pago come non avessi mai pagato.
                               Ma se in quel momento io penso a te, amico caro,

                               ogni perdita è compensata e ogni dolor ha fine.
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