Page 1581 - Shakespeare - Vol. 4
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le rugiade celesti piovano fitte su di lei a benedirla! −
scongiurandolo di darle un’educazione virtuosa.
Ella è giovane, e d’indole nobile e riservata.
Spero che sappia ben meritare: che lui l’ami un poco,
per amore di sua madre, che ha amato lui,
Dio sa con quanto affetto. L’altra mia modesta petizione
è che la sua nobile grazia mostri qualche pietà
per le mie infelici ancelle, che per tanto tempo
hanno seguito fedelmente la mia buona e cattiva fortuna.
Non c’è una fra esse, oso dichiarare −
e non è questo il momento di dire il falso − che non meriti,
per virtù e autentica nobiltà d’animo,
per onestà e condotta irreprensibile,
un marito degno di questo nome, e quantomeno nobile:
e certo sarà ben fortunato chi le prenderà in moglie.
L’ultima istanza è per i miei servitori: sono loro i più poveri,
ma la povertà non poté mai allontanarli da me −
che essi ricevano il salario loro dovuto
e anche qualcosa di più, così mi ricorderanno.
Se fosse piaciuto al cielo concedermi lunga vita
e mezzi sufficienti, non ci separeremmo così.
Questo è tutto quel che gli ho scritto e, mio buon signore,
per ciò che di più caro avete al mondo,
se augurate la pace di Cristo alle anime dei trapassati,
ergetevi ad amico di questa povera gente, e insistete col Re
perché mi renda quest’ultimo atto di giustizia.
CHAPPUYS
In nome di Dio, lo farò,
o ch’io possa perdere la mia qualità di uomo.
CATERINA
Vi ringrazio, onorato signore. Ricordatemi
a Sua Altezza, in tutta umiltà.
Ditegli che la sua lunga tribolazione sta per lasciare
questo mondo terreno. Ditegli che l’ho benedetto in punto di morte,
giacché così farò. Mi si annebbia la vista. Addio,
mio signore. Griffith, addio. No, Pazienza,