Page 398 - Shakespeare - Vol. 3
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VIOLA
Orsino! Ne ho sentito parlare da mio padre. Era scapolo allora.
CAPITANO
E tale è rimasto, almeno fino alla mia partenza che risale a un mese fa.
Proprio allora però giravano delle voci − giacché, come si sa, la gente da
niente non fa che chiacchierare di quel che fanno i personaggi di spicco −
secondo cui si fosse invaghito della bella Olivia.
VIOLA
Chi è costei?
CAPITANO
Una giovane virtuosa, figlia di un conte morto dodici mesi orsono, che l’affidò
in custodia a suo figlio, il fratello di lei che però morì poco tempo dopo. È per
amor suo, a quel che si dice, che lei ha rinunciato alla compagnia e alla vista
degli uomini.
VIOLA
Oh, se solo potessi entrare al servizio di quella signora, magari celando a tutti
il mio stato, almeno fino al momento in cui giudichi opportuno farlo!
CAPITANO
Una impresa non delle più semplici perché quella dama non accetta proposte,
ivi comprese quelle del duca.
VIOLA
I tuoi modi sono quelli di uno spirito nobile, capitano. E, pur se la natura
nasconde spesso la corruzione dietro a una cinta di belle mura, tuttavia, nel
tuo caso, sono convinta che la tua anima rifletta il tuo aspetto così nobile e
aperto. Ti prego, e perciò ti ricompenserò generosamente, di tener celata la
mia identità e di aiutarmi a scegliere il travestimento più adatto a dar corpo
alle mie intenzioni. Sono decisa a entrare al servizio del duca. Mi presenterai
a lui nelle vesti di eunuco. La tua non sarà fatica sprecata perché so cantare
e accompagnarmi con molti strumenti, tutte cose che mi rendono quanto mai
idonea al suo servizio. Gli sviluppi della situazione sono legati al fattore
tempo. Tu dovrai solo adeguare il tuo silenzio alla mia astuzia.