Page 1078 - Shakespeare - Vol. 3
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DUCA

          [a Isabella]
                               Se somiglia
               a vostro fratello, per amor suo lo perdono,

               e per amor della vostra leggiadria
               datemi la mano e dite che sarete mia.
               È anche mio fratello; ma ci sarà
               momento più opportuno. Ormai
               Lord Angelo intuisce che è salvo;

               mi par di veder rivivere i suoi occhi.
               Ah, Angelo, i vostri mali vi ripagano.
               Badate di amare vostra moglie; fate

               di valere quanto lei. Scopro in me
               una propensione a perdonare; eppure
               fra noi ce n’è qualcuno che non posso.
          [A Lucio]
               Voi, messere, che mi conoscevate

               per sciocco, codardo, dedito alla lussuria,
               per somaro e pazzo, come ho meritato
               che mi esaltaste a questo modo?



              LUCIO
          In fede mia, signore, parlavo tanto per scherzare. Se volete impiccarmi per

          questo, fatelo pure; ma preferirei che vi compiaceste di farmi solo fustigare.



              DUCA
               Prima fustigato, e poi impiccato, messere.
               Proclamate, Bargello, per tutta la città:
               se una donna fu traviata da questo lascivo
               − avendo io stesso sentito che giurava

               d’averne messo incinta una − si faccia avanti,
               e lui la sposerà. Celebrate le nozze,
               venga fustigato e poi impiccato.



              LUCIO
          Supplico  Vostra  Altezza,  non  sposatemi  a  una  puttana.  Vostra  Altezza  ha

          appena detto che vi ho creato duca; mio buon signore, non ricompensatemi
          creandomi cornuto.
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