Page 371 - Shakespeare - Vol. 1
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e vostra maestà è un usurpatore.
RE ENRICO
Dimmi, brav’uomo, furono queste le tue parole?
HORNER
Piaccia a vostra maestà credere che io non ho mai detto né pensato una
cosa del genere. Dio m’è testimone: sono accusato falsamente da questo
delinquente.
PET ER
[sollevando le mani]
Per queste dieci dita, miei nobili signori, me ne ha parlato una notte nella
garitta, 36 mentre stavamo lucidando l’armatura di Monsignor York.
Y ORK
Delinquente d’un manovale fatto di sterco,
avrò la tua testa per questo discorso da traditore. -
Supplico la vostra regale maestà, gli si applichi
la legge in tutta la sua severità.
HORNER
Ahimè, mio signore, impiccatemi se ho mai detto quelle parole! Il mio
accusatore è il mio apprendista, e quando l’altro giorno lo castigai per un
suo sbaglio, giurò in ginocchio di farmela pagare, ho buoni testimoni.
Perciò, supplico la vostra maestà, non mandate in malora un onest’uomo
per le accuse di un delinquente.
RE ENRICO
Zio, quale legge applicheremo in questo caso?
GLOUCEST ER
Questa sentenza, mio signore, se posso fare da giudice:
Somerset sia il reggente dei Francesi,
perché questo getta su York l’ombra del sospetto;
e che a questi due venga assegnato un giorno
per affrontarsi in singolar tenzone in luogo convenuto,
poiché egli ha testimoni della malafede del suo servo.
Questa è la legge, questa è la sentenza del Duca Humphrey.
[Re Enrico dà il suo assenso.]