Page 6 - Nietzsche - Su verità e menzogna
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dalla prima pagina”, che tanta influenza avrà, fra l’altro, sulla genesi dell’idea di Volontà di
potenza – e della Critica della facoltà di giudizio di Kant. Studia Omero e Democrito e scrive
un lavoro sulle fonti di Diogene Laerzio, che fu lodato dal consiglio accademico e pubblicato
sul “Rheinisches Museum”, e grazie al quale – ma non manca lo zampino di Ritschl – otterrà nel
1869, non ancora laureato né abilitato all’insegnamento, la cattedra di lingua e letteratura greca
all’università di Basilea. A quell’epoca risale altresì la prolusione su Omero e la filologia
classica, e le conferenze Socrate e la tragedia e Il dramma musicale greco, le quali, con lo
scritto su Diogene Laerzio testé citato, costituiscono l’intera produzione stricto sensu filologica
di Nietzsche.
Dal 1869 al 1879 Nietzsche è dunque professore a Basilea. Nel marzo 1869 l’università di
Lipsia gli ha concesso la laurea honoris causa e l’anno dopo otterrà l’ordinariato. Matura in
quegli anni anche l’amicizia con il teologo Franz Overbeck (1837-1905) – che sarà l’unico in
Germania ad avere il suo indirizzo – e con il grande Jakob Burckhardt (1818-1897), dal quale
trarrà l’entusiasmo per il Rinascimento, l’interesse per la storia, ma pure la concezione
pessimistica di essa, lo scetticismo culturale, l’idea del buddismo e del cristianesimo come
religioni di schiavi, la teoria dell’ineguaglianza degli uomini, la visione della storia greca come
creatrice di grandi individui.
E tuttavia, la figura culturale che eserciterà su di lui e sulla formazione del suo pensiero una
sorta di “attrazione fatale”, sarà Richard Wagner (1813-83), che a quell’epoca vive ritirato con
la futura moglie, Cosima Bulow, figlia di Franz Liszt, nella villa di Tribschen, sul lago dei
Quattro Cantoni. Egli prova per il compositore un’autentica venerazione e vede nella sua musica
la rinascita della migliore tradizione della Grecia classica, nonché la possibilità per l’uomo di
uscire dalla decadenza. Ammira poi in Cosima la persona “di gusto più fine e sicuro” che mai
avesse incontrato.
Alla fine del 1871 Nietzsche pubblica La nascita della tragedia, che è il frutto maturo dei
suoi studi e dalla quale traspare, oramai, la sua insofferenza per la filologia, vista come puro
strumento d’eruditi, incapace di modificare lo spirito di quanti la coltivano. L’opera, troppo
eversiva dal punto di vista filologico e troppo schopenhaueriana e wagneriana da quello
filosofico-culturale, non allarga certo la cerchia degli amici di Nietzsche.
Nascono allora le Considerazioni inattuali: la prima – su David Strauss (1808-74), il teologo
tedesco autore di una tanto nota quanto eterodossa Vita di Gesù – e la seconda – Sull’utilità e il
danno della storia per la vita – del 1873; la terza, su Schopenhauer come educatore, del 1874;
la quarta, su Richard Wagner a Bayreuth, dell’anno successivo. Ricchissime di idee, spunti e
suggestioni profondi e fortunati, esse manifestano indubbiamente l’insofferenza di Nietzsche per
l’ottusità e la superficialità di un mondo accademico teso prevalentemente a ricercare fama,
onori e gratificazioni materiali.
Intanto, alle “sofferenze” intellettuali si aggiungono sempre più quelle fisiche: la sua vista
peggiora – già nel “Registro Sanitario” di Pforta si leggeva peraltro: “È miope e spesso colpito
da mal di testa intermittenti” (1862) –, tanto che deve dettare i suoi lavori; è torturato di
continuo da emicranie e nausee. Sollievo gli viene dall’amicizia di un suo nuovo allievo, il