Page 327 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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raggiungerlo  immediatamente  a  Basilea.  Solo  il  matti-
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                   no  dopo,  quando  a  sua  volta  ricevette  un  biglietto  di         mente la tastiera con i gomiti, cantando a squarciagola e
                   Nietzsche,  si  decise  ad  andare  alla  clinica  psichiatrica        vamente  sul  divano.  A  stati  di  totale  apatia,  racconta
                   Friedmatt  diretta  dal  professor  Ludwig  Wille,  che  era           Overbeck, «seguivano nuovamente convulsioni e accessi
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                   anche  un  conoscente  di  vecchia  data  di  Nietzsche.  A            d’una indicibile sofferenza» . Nessuno strazio fu rispar-
                   Wille  bastò  un’occhiata  alle  due  lettere;  non  c’era  un         miato a Overbeck in quelle ore. Il povero folle si spogliò
                   solo minuto da perdere.                                                e ballò, completamente nudo, gridando a voce altissima
                      Overbeck partì quella sera stessa, alle nove, e arrivò a            ogni sorta di oscenità e spiccando di qua e di là per la
                   Torino  alle  due  del  pomeriggio  del  giorno  dopo,  l’8            stanza balzi belluini. Mimava evidentemente quella che
                   gennaio. Inesperto della città fece fatica a trovare l’indi-           per lui doveva essere una danza orgiastica e dionisiaca
                   rizzo di Nietzsche. Davide Fino era fuori casa: non sa-                ed era solo uno spettacolo orribile e penoso.
                   pendo più a che santo votarsi era andato dalla polizia e                 Era da quasi una settimana che Nietzsche si trovava
                   al  consolato  tedesco  a  chiedere  lumi.  C’erano  però  la          in quelle condizioni. Anche nei giorni precedenti aveva
                   moglie e i figli che accompagnarono il professore davan-               alternato  momenti  di  infinita  spossatezza,  in  cui  se  ne
                   ti alla porta della stanza di Nietzsche. Overbeck la aprì              stava semisdraiato sul divano in uno stato semiletargico,
                   cautamente ed entrò mentre tutta la famiglia Fino, com-                senza proferir verbo o parlando fra sé, ad altri di gran-
                   preso il padrone che era rientrato, rimaneva sulla soglia              dissima agitazione. In sei giorni non aveva quasi toccato
                   a  osservare  la  scena.  Nietzsche,  emaciato,  dimagrito,            cibo,  ingurgitando  un’enorme  quantità  d’acqua  che
                   pallido,  era  rannicchiato  in  un  angolo  del  sofà,  in  una       prendeva da una grande brocca posta sul tavolo. Aveva
                   confusione e in una sporcizia impressionanti, apparente-               perso  la  cognizione  del  denaro,  strappava  biglietti  di
                   mente  intento  a  leggere  le  bozze  di  Nietzsche  contra           grosso taglio e li buttava a pezzettini nel cestino oppure
                   Wagner. Appena vide Overbeck gli corse incontro per                    pagava somme spropositate per piccoli servigi. Quando
                   abbracciarlo scoppiando in un pianto dirotto. Abbrac-                  non  era  in  stato  catalettico  ballava  nella  sua  stanza  e
                   ciava l’amico, si staccava, lo guardava, lo riabbracciava,             suonava il piano, in modo rumorosissimo, di giorno e di
                   mormorando  incessantemente,  come  in  una  litania,                  notte, tenendo sveglia tutta la casa, sicché Davide Fino
                   «Franz, Franz», ancorandosi a quel nome come un nau-                   andò a cercare uno psichiatra, il professor Carlo Turina,
                   frago.                                                                 titolare  di  una  clinica  a  San  Maurizio  Canavese.  Ma
                      Si  lasciò  cadere  pesantemente  sul  divano,  scosso  da          appena  Nietzsche  vide  il  Turina,  sospettando  in  lui  il
                                                                                                                                           18
                   sussulti e singhiozzi irrefrenabili. Qualcuno dei Fino gli             medico, gridò in francese «Pas malade! Pas malade!» .
                   diede  da  bere  un  bicchiere  di  acqua  di  bromuro  che            Dovettero  farglielo  passare  per  un  amico  di  famiglia,
                   stava  sul  tavolo  insieme  ad  altre  medicine.  Nietzsche           Nietzsche si lasciò facilmente ingannare e il Turina riu-
                   lentamente si calmò e Overbeck, cui tremavano le gam-                  scì a visitarlo quattro volte in quattro giorni. Era stato
                   be, poté sedersi accanto a lui. Cominciò un confuso rac-               lui a prescrivergli bromuro e sonniferi, in dosi da caval-
                   conto di un grande ricevimento che doveva tenersi quel-                lo,  e  pilocarpina  per  i  suoi  occhi  malandati.  Poiché
                   la  sera  stessa  in  suo  onore.  Ma  la  quiete  durò  poco.         Nietzsche  era  incontenibile  e  stava  diventando  uno
                   Nietzsche si alzò di scatto e si precipitò al pianoforte, ne           scandalo pubblico, Davide Fino si era deciso a rivolgersi
                   sollevò  il  coperchio  e  cominciò  a  tempestare  furiosa-           alla  polizia.  Overbeck  era  arrivato  proprio  all’ultimo




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