Page 232 - Keplero. Una biografia scientifica
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diagonale, avesse la massima capacità. In un primo tempo
assimilò il barile a un cilindro. In questo caso si ha un volume
massimo quando il rapporto tra l’altezza del cilindro e il
diametro è pari alla radice di 2 ovvero, nel linguaggio dell’epoca,
è in proporzione semidoppia. Keplero passò quindi a
perfezionare il proprio modello, approssimando il barile a un
doppio tronco di cono, con le due basi maggiori saldate nel
mezzo. In questo modo, tenne conto del fatto che i barili si
allargavano nei diametri centrali, ovvero erano panciuti. Il
volume ottimale dunque si otteneva quando la lunghezza delle
doghe incurvate verticali era pari a 3/2 il diametro della base.
Ammettendo che gli austriaci utilizzassero barili di diverse
dimensioni, ma per cui valesse costantemente la suddetta
relazione tra base e altezza, Keplero si chiese come avrebbe
dovuto essere fatta l’asta graduata che il venditore inseriva nel
barile per determinarne la capienza. Ricavò che le tacche si
dovevano trovare a un distanza pari alla diagonale OT (figura
6.1), misurata in un’anfora di riferimento. L’asta veniva inserita
dal venditore nel foro di riempimento A, fino a toccare una delle
basi nel punto Z. Per un barile costruito in maniera ottimale,
quando sull’asta si leggeva la prima tacca, il barile conteneva
l’equivalente di un’anfora. Se si leggeva la seconda, il barile
conteneva l’equivalente di otto anfore, se la terza di ventisette
anfore. In pratica, concluse Keplero, per determinare la capacità
di un barile austriaco era sufficiente scrivere, a fianco di
ciascuna tacca dell’asta graduata, il cubo del numero progressivo
corrispondente a quella tacca.
I procedimenti con cui Keplero arrivò alle sue conclusioni
sono estremamente complessi e, come si è detto, sono