Page 227 - Keplero. Una biografia scientifica
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Fejes Toth affrontò in maniera del tutto nuova la dimostrazione,
impostando un sistema finito ma estremamente complesso di
equazioni e suggerendo che il futuro sviluppo della potenza di
calcolo dei computer avrebbe permesso di affrontare il
problema. Questo sembra essere stato infine risolto, nel 1998, da
Thomas Hales, con una dimostrazione la cui validità rimane a
tutt’oggi sospesa. Infatti, sebbene ne siano state accettate le linee
generali, essa utilizza un programma da tre Gigabyte, che i
referee finora non sono stati in grado di controllare in maniera
definitiva.
Per tornare al De nive, dopo le pagine dedicate
all’impacchettamento delle sfere, Keplero si concentra di nuovo
sulla forma esagonale della neve e sulle sue possibili cause,
interne o esterne. Come principale causa esterna è indicato il
freddo, che dovrebbe dar forma al vapore mentre lo condensa.
Keplero qui racconta che, mentre è convinto dell’esistenza di
una sorta di sostanza che chiama calore interno, e che identifica
con uno spirito fondamentale alla vita che trova le sue radici
negli scritti di Aristotele e Galeno, allo stesso tempo ritiene il
freddo una «pura privazione», un semplice non essere. Il freddo
quindi non è in grado di selezionare il numero sei, che deve
essere legato invece a una causa interna, a una proprietà
intrinseca del vapor acqueo.
Mentre discute il fenomeno della condensazione, una nuova
domanda si affaccia alla sua mente: perché i fiocchi di neve sono
laminari, ovvero bidimensionali? Lo studioso si aspetta una
perfetta isotropia dello spazio e attribuisce alla gravità la
capacità di selezionare ogni volta due dimensioni fra tre. In
effetti, questa intuizione di Keplero è stata di recente confermata