Page 231 - Keplero. Una biografia scientifica
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banchetto, approfittando dell’ottima annata che la vendemmia
di quell’anno aveva regalato. Le botteghe di Linz erano colme di
botti di vino e Keplero si procurò una serie di barilotti con
l’intenzione di farli riempire di vino da un venditore locale.
Aveva poi fissato un appuntamento con l’uomo, affinché
potesse misurare la capacità dei recipienti. Nell’osservare il
venditore al lavoro, Keplero era rimasto esterrefatto dalla
semplicità della procedura utilizzata: il giovane aveva posto
un’asta graduata all’interno del barilotto, in diagonale, e
direttamente ne aveva dedotto la capacità, senza alcuna ulteriore
misura. Keplero era abituato a un protocollo assai più laborioso,
in cui la capacità di un contenitore si determinava continuando
a versare quantità di liquido da anfore utilizzate come unità di
misura, fino a riempirlo. Lo stupore di Keplero non aveva
sorpreso il venditore, che aveva rivelato di aver utilizzato un
segreto del commercio austriaco, approvato dalle autorità locali.
Keplero allora si era riproposto di dare una giustificazione
matematica alla pratica austriaca, dando vita a un trattato, la
Stereometria doliorum, Geometria solida delle botti, che divenne
una pietra miliare sia del calcolo infinitesimale, sia dello studio
dei problemi di massimo e minimo.
È un testo piuttosto voluminoso e suddiviso in più parti, le
prime più teoriche e generali, dedicate al calcolo dei volumi di
figure sempre più complesse, le ultime più legate al problema
delle botti austriache. Keplero partì dalla considerazione che,
per consentire un sistema tanto semplice di misura, tutti i barili
utilizzati in Austria dovevano condividere una proprietà
geometrica, che andava ricercata tra le qualità pratiche di un
recipiente. Impostò quindi la ricerca del barile che, a parità di