Page 78 - Keplero. Il cosmo come armonia di movimenti
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Anche questo è un rito magico a cui corrisponde, nella pratica didattica dell’astronomia, il fatto
        che  essa  non  è  in  nessun  modo  verbosa  o  improvvisata,  ma  ogni  risposta  fornita  necessita  di
        calma,  della  possibilità  di  raccogliere  le  idee  e  di  parole  meditate.  Nella  pratica  di  certe
        osservazioni,  che  in  quegli  anni  a  Praga  svolgevo  spesso,  ogni  volta  che  si  riunivano  da  me
        spettatori o spettatrici ero solito, prima di tutto, appartarmi da chi faceva conversazione e, in un
        vicino angolo di casa deputato allo scopo, escludere la luce del giorno, approntare una finestrella
        con un piccolissimo foro, rivestire di bianco la parete dirimpetto e, fatti tutti questi preparativi,
        chiamare il pubblico. Queste erano le mie cerimonie rituali; volete anche le formule magiche? Su
        una tavola nera tracciavo in bianco a caratteri maiuscoli quanto mi pareva adatto ai presenti, e le
        lettere erano disegnate al contrario, da destra (ecco il rito magico), come nella scrittura ebraica.
        Poi appendevo questa tavola, con la scritta a rovescio, fuori in pieno sole, così che quanto avevo
        scritto si proiettasse nel verso corretto all’interno, sulla parete bianca; e se un po’ di vento agitava
        la scritta le lettere sulla parete si muovevano con un moto ondulato corrispondente.


        J. Kepler, “Il Sogno di Keplero”, a cura di A. M. Lombardi, trad. di A. M. Lombardi e P. Borgonovo,
        Sironi, Milano 2009




        ASTRONOMIA E TELESCOPIO



        Nel  Sogno  Keplero  discute  riguardo  alle  accuse  rivolte  da  più  parti  all’astronomia.  Già
        Erasmo da Rotterdam aveva denigrato gli astronomi, che non possono neppure avvicinare gli
        oggetti  della  loro  scienza  eppure  discutono  per  anni  su  posizioni  opposte.  Nell’Elogio  della
        follia Erasmo  chiama  dolce  il  delirio  di  cui  sono  preda  quando  riescono  a  costruire  mondi
        senza fine mentre «misurano, quasi con il pollice e con il filo, il Sole, la Luna, le stelle, le
        sfere».  In  quegli  anni  poi  l’uso  del  telescopio  aveva  riacceso  le  polemiche.  Può  essere
        considerata una disciplina scientifica un’astronomia che si avvale di osservazioni effettuate
        con  strumenti  che  deformano  la  realtà,  come  per  esempio  il  telescopio?  Keplero  si  schiera
        nettamente tra i sostenitori del tubo ottico ma rivendica il primato della ragione, incaricata
        di dare significato ai dati sperimentali.



        Oh  tubo,  che  sai  tante  cose,  più  prezioso  di  qualunque  scettro.  Chi  tiene  te  nella  sua  mano
        destra, non ha re o maestri nell’opera divina.


        J. Kepler, “Diottrica”, tradotto in A. Lombardi, “Keplero. Una biografia scientifica”, Codice,
        Torino 2008


        C’è un detto popolare: «Più che averlo visto di persona, ci credo». E infatti molti chiedono se
        noi  astronomi  siamo  per  caso  appena  scesi  dal  cielo.  A  costoro,  per  quanto  stava  a  lui,  ha
        risposto  Galilei  con  il  Nunzio  sidereo;  ma  ha  maggior  valore  il  verdetto  della  ragione,  che  è
        testimone superiore a qualsiasi obiezione, verdetto che è stato verificato dai soliti olandesi in quei
        loro quartieri invernali.


        J. Kepler, “Il Sogno di Keplero”, a cura di A. M. Lombardi, trad. di A. M. Lombardi e P. Borgonovo,
        Sironi, Milano 2009
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