Page 61 - Galileo Galilei - Sidereus nuncius ovvero Avviso Sidereo.
P. 61

salvaguardare dall’invidia le nobili gesta degli uomini di grandissimo valore

               e a preservare dall’oblio e dall’abbandono i loro nomi, meritevoli di diventare
               immortali. Da qui l’usanza di affidare alla memoria dei posteri i loro ritratti,
               scolpiti  nel  marmo  o  fusi  in  bronzo;  da  qui  l’usanza  di  erigere  statue  di
               uomini in piedi o a cavallo; da qui l’usanza di innalzare colonnati e piramidi
                                                                           12
               con costi alti fino alle stelle, come disse il poeta;  da qui, infine, l’usanza di
               costruire città e di ornarle con i nomi di coloro che la posterità, riconoscente,
               giudicò di dover affidare all’eternità. Infatti, la condizione della mente umana
               è  tale  che,  se  non  fosse  stimolata dalle  continue rappresentazioni di quelle
               gesta  che  vi  fanno  breccia  dall’esterno,  ogni  ricordo  scivolerebbe  via
               naturalmente.


                  Altri, invece, rivolgendosi a cose più stabili e durature, non affidarono il
               perpetuo  plauso  degli  uomini  eccellenti  alle  pietre  e  ai  metalli,  ma  alla
                                                                                             13
               custodia delle Muse e al tempio incorruttibile della Letteratura.  Ma perché
               parlo di questo? Come se davvero l’umana solerzia, contenta di questi luoghi,
               non  osasse  spingersi  più  in  là.  Con  non  poca  lungimiranza,  poiché  sa
               benissimo che ogni monumento costruito dall’uomo alla fine non regge alla
               forza fisica, alle calamità naturali e al tempo, essa inventò immagini ancora
               più resistenti, contro le quali il Tempo vorace e l’invidiosa Vecchiaia non si

               arrogassero alcun diritto.


                  Rifugiatasi dunque in cielo, attribuì i loro nomi a quelle sfere in rotazione
                          14
               perpetua,  che conoscevano le stelle più luminose, nomi degni dell’impresa
               eccellente  e  quasi  divina  di  trascorrere  l’eternità  in  loro  compagnia.  Per
                                                                               15
                                                                                           16
               questo  motivo,  la  fama  di  Giove,  Marte,  Mercurio,  Ercole   e  degli  altri
                                                                 17
               eroi, con cui sono state chiamate le stelle,  non cadrà nell’oblio prima che gli
               astri  stessi  abbiano  esaurito  il  loro  splendore.  Ma  questo  stratagemma
               dell’ingegno  umano,  nonostante  un  primo  periodo  nobile  e  straordinario,
               cadde in disuso già da molti secoli, dopo che gli antichi eroi ebbero occupato
               e  tenuto  quelle  sedi  luminose  quasi  per  diritto.  La  pietà  di  Augusto  tentò
                                                                                    18
               invano di aggregare Giulio Cesare al novero di questi.   Infatti, nonostante
               volesse chiamare Astro Giulio la stella comparsa durante la sua epoca, del
                                                                                    19
               tipo di quelle che i Greci chiamano comete e noi crinite,  svanendo in breve
               tempo,  essa  si  prese  gioco  di  una  speranza  nata  da  un  desiderio  troppo
               grande.  20
   56   57   58   59   60   61   62   63   64   65   66