Page 17 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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descriverne il moto. E il modo più intuitivo e
immediato di render conto dei movimenti diurno
del Sole e notturno della Luna e delle stelle è la teoria
geocentrica, che pone la Terra al centro
dell’universo.
La sua formulazione classica risale a Eudosso nel
IV secolo p.e.v. e fu incorporata da Aristotele nel
trattato Sul cielo e nella Metafisica. In teoria la Luna,
i pianeti, il Sole e le Stelle Fisse si trovavano su 8
sfere cristalline concentriche, che ruotavano con
diverse velocità attorno ad assi variamente inclinati.
In pratica il sistema era composto da 48 o 56 sfere, la
maggior parte delle quali funzionavano come
cuscinetti per evitare il trascinamento reciproco
delle sfere principali. Tutte queste sfere (eccetto
quella delle Stelle Fisse) erano mosse da altrettanti
«motori immobili», la cui esistenza era dimostrata
da un argomento analogo alla prima prova
dell’esistenza di Dio nella Summa Teologica di
Tommaso d’Aquino.
Gli ideali greci di perfezione, incarnati nella
sfericità della forma e nell’uniformità del movimento
dei vari cieli, erano però in grado di render conto
solo degli aspetti superficiali del moto dei corpi
celesti. In particolare, non spiegavano come mai i
pianeti non solo cambiassero velocità, ma
addirittura invertissero la direzione del loro moto in
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