Page 39 - Galileo Galilei - Lettere copernicane. Sentenza e abiura
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falso, se è vero come è vero che un’affermazione non può essere
                contemporaneamente  giusta  e  sbagliata.  Non  mancano  nella

                cristianità uomini espertissimi della materia, il cui parere circa
                la  verità  o  la  falsità  della  dottrina  non  dovrà  essere  posposto

                all’arbitrio di chi non ne è affatto informato e purtroppo rivela
                chiaramente  di  essere  condizionato  da  qualche  sentimento  di
                parte, come sanno benissimo molti che si trovano qui, vedono

                come  vanno  le  cose  e  sono  almeno  in  parte  informati  della
                vicenda nel suo complesso.

                     Niccolò Copernico non solo fu cattolico, ma anche uomo di
                Chiesa;  fu  chiamato  a  Roma  sotto  il  pontificato  di  Leone  X,

                quando  nel  Concilio  Lateranense  si  decise  la  riforma  del
                calendario  e  si  fece  riferimento  a  lui  come  a  un  grandissimo

                astronomo. Tale riforma restò incompiuta per il solo motivo che
                i movimenti del Sole e della Luna in termini di anni e mesi non
                erano  abbastanza  precisamente  definiti,  per  cui  Copernico,  su

                richiesta  di  Paolo  di  Middelburg,  vescovo  di  Fossombrone,
                delegato  a  occuparsi  della  questione,  si  impegnò  a  compiere

                ulteriori osservazioni e studi accuratissimi su tali periodi e ne
                trasse una così vasta conoscenza non solo da fornire le regole di

                tutti i moti celesti, ma da guadagnarsi anche il titolo di sommo
                astrologo; la sua dottrina fu poi seguita da tutti e la riforma del

                calendario recentemente attuata in conformità ad essa. Raccolse
                i risultati delle sue ricerche intorno al moto e alle proprietà dei
                corpi  celesti  in  sei  libri  i  quali,  su  richiesta  di  Nicola

                Schomberg,  arcivescovo  di  Capua  e  nunzio  pontificio  in
                Francia, vennero editi con dedica al Papa Paolo III e da allora

                sono  pubblicamente  in  circolazione  senza  alcun  motivo  di
                sospetto. Ora questi buoni frati, per cattiva disposizione nei miei

                confronti, sapendo della stima che nutro per questo studioso, si
                vantano  di  assegnargli  come  premio  delle  sue  fatiche  la

                condanna di eretico.
                     Ma ciò che fa ancora più riflettere è il fatto che la loro prima
                mossa contro questa teoria fu il lasciarsi convincere da alcune

                persone,  che  vogliono  il  mio  male,  che  ne  sono  io  l’artefice,



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