Page 568 - Galileo Galilei - Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo
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chiama ragioni, sieno più tosto fallacie, anzi ombre di vane
immaginazioni. Imperocché io domando adesso
Interrogazioni fatte
a lui, se questi corpi celesti operano veramente
all’autor del
sopra la Terra, e se per tale effetto sono stati
libretto, con le
prodotti delle tali e tali grandezze, ed in tali e
quali si mostra
tali distanze disposti, o pure se non hanno che
l’inefficacia delle sue.
fare con le cose terrene. Se non han che fare
con la Terra, sciocchezza grande è il voler noi terreni esser arbitri delle
grandezze, e regolatori delle loro locali disposizioni, mentre siamo
ignorantissimi di tutti i loro affari e interessi: ma se dirà che operano e
che a questo fine siano indrizzati, viene ad affermare quello che per un
altro verso egli medesimo nega ed a laudar quello che pur ora ha
dannato, mentre diceva che i corpi celesti, locati in tanta lontananza che
dalla Terra appariscan tantini, non possono in lei operar cosa alcuna. Ma,
uomo mio, nella sfera stellata, già stabilita nella distanza che ella si trova
e che da voi vien giudicata per ben proporzionata per gl’influssi in
queste cose terrene, moltissime stelle appariscono piccolissime, e cento
volte tante ve ne sono del tutto a noi invisibili (che è un apparire ancor
minori che tantine): adunque bisogna che voi (contradicendo a voi
medesimo) neghiate ora la loro operazione in Terra; o vero che
(contradicendo pure a voi stesso) concediate che l’apparir tantine non
detrae della loro operazione; o sì veramente (e questa sarà più sincera e
modesta concessione) concediate e liberamente confessiate che ’l
giudicar nostro circa le loro grandezze e distanze sia una vanità, per non
dir prosunzione o temerità.
SIMP. Veramente veddi ancor io subito, nel legger questo luogo, la
contradizion manifesta, nel dir che le stelle, per così dire, del Copernico,
apparendo tanto piccoline, non potrebbero operare in Terra, e non si
accorgere d’aver conceduto l’azione sopra la Terra a quelle di Tolomeo e
sue, che appariscono non pur tantine, ma sono la maggior parte
invisibili.
SALV. Ma vengo ad un altro punto. Sopra che fondamento dice egli che
le stelle appariscano così piccole? forse
Che gli oggetti
perché tali le veggiamo noi? e non sa egli
lontani appariscano piccoli,
è difetto dell’occhio, che questo viene dallo strumento che noi
adoperiamo in riguardarle, cioè
come si dimostra.
dall’occhio nostro? E che ciò sia vero,
mutando strumento le vedremo maggiori e maggiori, quanto ne piacerà:
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