Page 54 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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fetentone del dottor Esposito, direttore generale del
ministero dei Lavori Pubblici. Ha detto che non ha
nessuna fiducia in me e che, finché ci sarà lui, io l’appalto
me lo sogno.
Ho tre modi per fargli cambiare idea: convincerlo
esponendogli meglio il mio progetto, corromperlo con un
sacco di soldi o farlo uccidere dalla mafia. A questo punto
entra in ballo il mio libero arbitrio e, a seconda della
scelta, io andrò in Paradiso, in Purgatorio o all’Inferno.
Principale obiezione nei confronti di chi crede nel
libero arbitrio: se Dio è onnipotente, e soprattutto se è
onnisciente come mi dicono, Lui già sa quale scelta
opererò. E allora che senso ha che io decida per il
convincimento, la corruzione o l’omicidio? Io non potrò
fare altro che ubbidire a quanto Lui ha già stabilito: non
sono altro che un suo servo.
Ed ecco spuntare il De servo arbitrio di Lutero.
Vediamo, invece, come convincere l’uomo a scegliere
la strada che più gli conviene. È facile: basta accettare i
consigli di Socrate. Diceva il grande ateniese: «Fare del
bene è sempre la scelta migliore, ma non per guadagnarsi
i Campi Elisi, bensì perché, comportandoci da buoni con il
nostro prossimo, si vive meglio».
Esaminiamo, infatti, la vita di un camorrista: è la
peggiore che si possa immaginare. Vive quasi sempre
nascosto per non farsi arrestare, prima o poi finisce in
galera, è soggetto alle vendette trasversali o a essere
ucciso dalla concorrenza. La sua stessa vita media è più
breve. Pare, infatti, che quella dei criminali sia di
sessantuno anni, laddove quella delle persone perbene
arriva a ottantadue.
Se, però, potessi chiedere a Dio un piccolo aiuto, mi
piacerebbe avere nella vita il sottofondo sonoro, come
quello che ascoltiamo nei film. Mi spiego meglio: se un
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