Page 92 - Lorenzo Pietrasanta - L'orto per la famiglia
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Negli orti in genere, alle
prime comparse di afidi, si
interviene asportando le
cime di qualche pianta col-
pita. Si resiste finchè si può,
accettando pure qualche pic-
colo danno. Se poi il clima
favorevole ne agevola la dif-
fusione, allora si provvede
con una pompa a spalla a trattamenti ai germogli più gio-
vani, aspettando magari che qualche coccinella ne divori
quanto può e che una pioggia battente ci venga in aiuto.
In rari casi si è costretti a fare un secondo trattamento con
“aficidi specifici“ dosati un po’ blandamente. Le alte tem-
perature di giugno (seconda-terza decade), nel nostro
clima, generalmente risolvono definitivamente il problema,
principalmente nelle piantine ben esposte al sole. Alcune
colonie di afidi tuttavia, riescono a resistere nelle zone
ombreggiate delle chiome, malgrado le alte temperature.
C’é qualche specie che colpisce il ciliegio o i susini, ma
anche alcune ortive, che può tuttavia risultare del tutto no-
civa ed abbisogna di trattamenti ripetuti e di dosi a con-
centrazioni più sostenute. Ignorarli, in questi casi può
significare produzione di danni gravi ed “irreversibili “ alle
piante colpite. È però un problema che lasciamo ai frutti-
coltori, mentre nell’orto possiamo essere quasi rassicu-
ranti. Gli attacchi di afidi possono recare danni più o
meno gravi alla qualità dei prodotti ma sicuramente rile-
vanti sulla quantità.
Con l’esperienza, in ogni caso si riesce a “non sba-
gliare” se fare un trattamento o no.
Nelle fave infestate da afide nero (aphis niger) il pro-
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